Cuneo – Almeno trenta furti e una rapina, ma secondo gli inquirenti gli episodi possono essere più numerosi, e per questo vengono diffusi volti e nomi dei responsabili dei “colpi”, con l’invito a denunciare i furti subiti: i Carabinieri con l’operazione “Gerione” hanno sottoposto a custodia cautelare sei persone, di cui tre in carcere e tre con obbligo di dimora, su disposizione del dottor Attilio Offman della Procura di Cuneo.
I fatti sono avvenuti tra ottobre 2017 e aprile 2018 nelle zone di Cuneo, Busca, Cervasca, Alba, Bra, Saluzzo e Verzuolo), per una refurtiva di circa 55.000 euro, soprattutto denaro e preziosi. In particolare i Carabinieri hanno ricostruito, anche grazie a immagini di telecamere di videosorveglianza, il modo di agire dei ladri: prima tenevano d’occhio la potenziale vittima, ne studiavano le abitudini, eventuali famiglie e compagnie; poi avveniva “l’aggancio”, in genere da parte della donna del gruppo, che cercava di carpire la fiducia della persona e senza farsi accorgere le portava via le chiavi di casa; queste ultime passavano a un complice che, con il supporto di un “palo”, entrava nell’abitazione alla ricerca di soldi e gioielli, per poi fuggire abbandonando le chiavi nei pressi.
In un paio di casi i malviventi hanno escogitato stratagemmi per scappare dopo l’arrivo di persone nelle abitazioni: in un caso stavano svuotando la cassaforte e hanno detto di essere persone delle forze dell’ordine impegnate nel sopralluogo, in un’altra situazione (la rapina, avvenuta a Cuneo) il figlio della proprietaria dell’alloggio è entrato in casa ed è stato “fermato” con spray urticante.
Quest’ultima bomboletta, insieme con abiti, materiale elettronico, preziosi, denaro, ricetrasmittenti e altro materiale (tra cui oltre una tonnellata di rame, sottratto da un cantiere delle ferrovie a Savigliano), è stata recuperata nel blitz dei Carabinieri lo scorso 11 settembre al campo nomadi di via del Passatore, dove sono stati fermati tre componenti della banda (altri due vivono in zona, un terzo a Moretta).
In carcere sono finiti Isabella Cerutti (classe 1975), il marito Manuel Lafleur (1969) e il genero Fabio Debar (1986); obbligo di dimora per Saimon Cerutti (1987), Mattia Arneodo (1998) e Bruno Bagnasco (1959).