Cuneo – Un piede, un paio di scarpe abbandonate, piccoli dettagli catturati in un’immagine, senza l’ambizione di comprendere o l’arroganza di giudicare, per raccontare un’esistenza al limite dove per limite non si intende solo una condizione sociale ma anche e soprattutto un’esistenza in balia di un confine, quello tra Italia e Francia. Un piccolo pezzo di terra, un limbo che per noi europei è una semplice astrazione amministrativa mentre per chi viene da Paesi come Gambia, Namibia, Mali, Etiopia o Sudan è un simbolo di speranza, di nuove possibilità, e rappresenta il sogno di una vita migliore. Ed è proprio la vita “sospesa” dei migranti, in particolare quelli di Ventimiglia, che il fotografo cuneese Luca Prestia racconta con gli scatti raccolti nella mostra “Beyond the border” (Al di là del confine) che il fotoreporter ha allestito in Inghilterra, a Reading, e che sarà visitabile fino al 1° ottobre.
L’esposizione, che inaugura ufficialmente oggi (giovedì 20 settembre), è finanziata dall’Esrc (Economic & Social Research Council) e gode del patrocinio dell’Università di Reading e del Centre for Literacy & Multilingualism; inoltre rientra nel progetto ProLanguage Project.
Nel commento a cura di Federico Faloppa, docente dell’Università di Reading, si legge: “Negli ultimi anni i confini sono aumentati, si sono intensificati, sono diventatati simbolo di crisi della mobilità umana mondiale e mezzo di espressione del potere per i paesi potenti… La mostra può rappresentare una grande opportunità per interrogarci sui nostri limiti, sulle nostre possibilità e su tutto ciò che possiamo ancora conquistare come ricercatori, attivisti, cittadini”.