Cuneo – Il Mit, Massachusetts Institute of Technology (Cambridge, Stati Uniti), in quest’estate ha, in qualche modo, condiviso un momento didattico con la città di Cuneo. Merito del professor Livio Secco, docente di filologia egizia e autore dell’unico dizionario egizio-italiano: la sua competenza nello studio dei geroglifici è stata richiesta nell’ambito della “Summer School” di tre settimane organizzata dal Mit in Italia nel mese di luglio.
Venti ragazzi, accompagnati dal docente Admir Masic, sono giunti dagli Usa per approfondire le antiche tecnologie di costruzione e l’utilizzo dei materiali in ambito artistico ed edile. Una full immersion nei capolavori della nostra penisola, da Roma a Pompei, da Torino ad Aramengo, nei pressi di Asti. Qui, la famiglia Nicola da anni è voce autorevole e riconosciuta in ambito internazionale nel campo della restaurazione di opere d’arte. Il laboratorio e la dimora museo della famiglia sono stati visitati dagli studenti americani, rimasti impressionati dalle tele di Tiziano o Tintoretto e dai reperti trattati da questi “artigiani del restauro”.
Nell’ambito delle giornate di Asti, il professor Secco (a sinistra in piedi, nella foto sopra) ha illustrato ai ragazzi la meccanica della scrittura egizia e la decifrazione del geroglifico a partire dal lavoro di François Champollion. Una lezione storica che si è conclusa con esercizi pratici di pronuncia e lettura della “lingua più bella mai inventata dall’uomo”. Appassionato di oplologia e polemologia, Secco ha inoltre proposto alcuni cenni di scherma medievale (nella foto sotto): posture e gestualità tramandate dai maestri d’arme ai giovani cavalieri, movimenti armonici dal rigore antico, come riportato nelle stampe originali del Quattrocento che hanno catturato l’interesse degli studenti.
“E’ stata un’esperienza didattica molto formativa, anche per me – ha spiegato il professor Secco -. E’ stato un onore poter collaborare con il Mit e con la famiglia Nicola, cui sono riconoscente per l’opportunità concessami. L’amore per l’arte, per la cultura declinata nelle sue diverse forme è un patrimonio che dobbiamo assolutamente tramandare ai nostri giovani”.