Riceviamo e pubblichiamo dall’Ordine Regionale dei Geologi del Piemonte la seguente lettera:
A seguito di diretta segnalazione di iscritti, nonché della contestuale lettura di quotidiani della stampa locale, l’Ordine Regionale dei Geologi del Piemonte ha appreso delle lunghe ed articolate vicende che hanno caratterizzato le procedure e le attività relative alla ricerca di acque termali nel Comune di Valdieri. Tali vicende, inserite nell’ambito di un più ampio contesto definito dall’Accordo di Programma del 2009 tra Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comunità Montana delle Alpi del Mare, Comune di Valdieri, per “la realizzazione di un programma di interventi per lo sviluppo del complesso turistico e termale di Valdieri, delle acque minerali, dello sviluppo energetico e sostenibile”, compresero l’emissione nel 2016 di un bando di gara europea, per la “realizzazione in garanzia” di un pozzo esplorativo per l’intercettazione delle acque termali.
Dalla documentazione pubblica che è stato possibile acquisire, da alcune esternazioni riportate dai mass media, nonché da quanto emerso nell’incontro pubblico con la popolazione di Valdieri venerdì 13 luglio, si sono rilevati alcuni preoccupanti elementi sui quali lo scrivente Ordine si riserva di compiere opportuni approfondimenti, circa il coinvolgimento ed il ruolo, a vario titolo, di soggetti non qualificati allo svolgimento di alcune delle consulenze specifiche affidate nel corso degli anni.
Le sopracitate valutazioni discendono dal fatto che in quanto Ente esponenziale del proprio gruppo professionale, l’Ordine esercita una serie di funzioni rappresentative della categoria che comprendono quelle consultive in merito a questioni o problemi che interessano la professione.
Inoltre, l’interessamento dell’Ordine dei Geologi in questa vicenda, oltre che un atto dovuto per quanto sopra richiamato, trova ulteriore fondamento ricordando e sottolinenando vieppiù che il geologo, quale professionista, progettista e tecnico competente in via esclusiva in tutte le discipline geologiche, si riconosce nei princìpi costituzionali di salvaguardia della salute e dell’ambiente; che la sua attività è di preminente interesse pubblico e generale; che nell’espletamento dell’incarico tutela nel miglior modo possibile l’interesse del committente, pubblico o privato che sia, purché esso non contrasti con l’interesse e la sicurezza pubblica e con i doveri professionali; che nei limiti delle sue funzioni mira alla massima valorizzazione delle risorse naturali (comprese le acque termali…) ed al minimo spreco energetico, evitando che vengano arrecate all’ambiente alterazioni che influiscano negativamente sull’equilibrio ecologico, sulla conservazione dei beni culturali, artistici, storici e del paesaggio.