Alba – Lo scorso fine settimana l’Ispettorato del lavoro ha svolto controlli in tre esercizi pubblici, per far emergere lavoro sommerso o in nero.
In un ristorante del centro storico sabato sabato sera sono stati “pizzicati” sette lavoratori in nero (tutti, il 100% del personale), di cui due minorenni: tutto il personale (escluso un cuoco, inserito come professionista con partita Iva) veniva pagato in contanti a fine serata, senza assicurazione infortuni né contributi previdenziali. A quanto sta emergendo, questa situazione durava da circa tre anni. È scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, con obbligo di regolarizzare il personale.
Nella stessa serata un’ispezione in un bar del centro, sempre ad Alba, ha portato a individuare tre lavoratrici in nero, su quattro presenti nel locale. Anche in questo caso è stato emesso un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale: l’azienda ha subito regolarizzato le tre giovani con un contratto di assunzione a tempo indeterminato.
La domenica sera, poi, in un altro bar è stata accertata l’occupazione di due lavoratori in nero, su otto occupati nella serata; attività sospesa e subito riaperta grazie alla regolarizzazione anche in questo caso.
Anche in questo locale è stato emesso il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, già revocato a seguito della regolarizzazione dei lavoratori e il pagamento della sanzione. Nell’esercizio era attivo un impianto di videosorveglianza con telecamere, ma non autorizzate: per il titolare è scattata anche una denuncia.
Il totale del week end albese dell’Ispettorato del lavoro (nella foto di repertorio, un precedente intervento) è stato quindi di dodici lavoratori in nero, con multe per oltre 40.000 euro e contribute recuperati.