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Martedì 29 aprile 2025

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Tenda Bis, stop al cantiere e arresti per furti e frodi. Timori sul futuro dell’opera

La Guida - Tenda Bis, stop al cantiere e arresti per furti e frodi. Timori sul futuro dell’opera

Limone Piemonte – Il blitz al Tenda Bis, con il sequestro probatorio del cantiere su entrambi i versanti, getta un’ombra di amarezza e tanti timori sul futuro dell’opera, fondamentale per il rilancio dei collegamenti tra Italia e Francia. In 17 sono finiti nei guai, secondo quanto disposto dalla Procura di Cuneo ed eseguito dalla Guardia di Finanza nella giornata di mercoledì, per reati contro la pubblica amministrazione: sono addetti della società consortile che esegue i lavori e della società che si è aggiudicata l’appalto (Grandi Lavori Fincosit SpA) per il raddoppio del tunnel tra Italia e Francia attraverso il colle di Tenda. Per cinque persone sono scattati gli arresti domiciliari: Vincenzo D’Amico, Anas, direttore dei lavori; Antonino Froncillo, Fincosit, direttore tecnico di cantiere; Antonio Palazzo, Fincosit, capo cantiere; Luigi Mansueto, Gallerie di Tenda scarl, operaio; Nunziante De Rosa, Fincosit, operaio. Per altre due è scattato l’obbligo di dimora (Claudio Eusebio, responsabile cantieri, e Sergio Scarpelli, contabile di cantiere, entrambi di Fincosit) per altre due il divieto di dimora (Domenico Belcastro e Giovanni Di Chiara, consulenti esterni di Italconsul SpA). Altre otto persone risultano indagate. Vengono contestati i reati di furto aggravato e frode in pubbliche forniture: in sintesi, secondo le accuse, gli indagati rivendevano, a raccoglitori di metallo, materiali destinati al cantiere, che “sparivano” dai registri e diventavano “rifiuto”, sui formulari. Qualcosa come 200 tonnellate: un guadagno di oltre 100.000 euro. Le indagini erano scattate dal settembre scorso: controlli sulle strade avevano permesso di individuare un “giro” di mezzi pesanti e documentazioni sospette, che hanno poi fatto scoprire la “rivendita” dei manufatti in ferro e acciaio (centine, tondini e altri profilati) destinati alla realizzazione del Tenda Bis, dal cantiere di Limone. E poi intercettazioni telefoniche e altre verifiche, fino al blitz di mercoledì, con diverse auto e due elicotteri. Le reazioni sono amareggiate e preoccupate: “C’è profonda amarezza per il sequestro dei cantieri – afferma Luca Chiapella, presidente del Tavolo di coordinamento per il raddoppio del tunnel di Tenda -, con il timore per un ulteriore allungamento dei tempi, che già avevano registrato un anno e mezzo di ritardi. Confidiamo negli inquirenti e nella magistratura: siamo convinti che la nostra provincia deve essere esente da queste infiltrazioni criminali. In tempi urgentissimi chiederemo un incontro in Prefettura per avere notizie certe sul dissequestro, per un cantiere nevralgico, anche in vista dell’estate”. Sulla stessa linea il sindaco di Limone, Angelo Fruttero, che rassicura sulla viabilità: “Si tratta di un episodio grave e pesante, con ricadute significative in termini di costi per il fermo del cantiere, e soprattutto mette a rischio i tempi di realizzazione dei lavori, per un’opera fondamentale per il nostro territorio e per i collegamenti transfrontalieri. In ogni caso, è fondamentale ribadire che il transito è assicurato comunque, anche con la chiusura dei cantieri”.Servizio su La Guida di giovedì 25 maggio, disponibile in versione cartacea e digitale

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