Dronero – Elevati costi di gestione della struttura, crescenti difficoltà di mercato: questo le cause che hanno portato alla decisione di chiusura dello stabilimento “Arce Stufe” e la messa in mobilità di 17 dipendenti. Una storia imprenditoriale travagliata, segnata dal fallimento nel 2013 e che pareva aver trovato una via di uscita con l’operazione di acquisto e ripianamento del debito da parte dell’imprenditore Duilio Paolino, vicepresidente di Confindustria Cuneo. Si apre, adesso, una difficile trattativa sindacale sia per verificare le possibilità di scongiurare la cessazione di attività, sia per tutelare le spettanze economiche e le prospettive di nuova collocazione per un totale di una trentina di addetti. Lo stabilimento Arce nasce nel 1926 con la produzione delle stufe a legno chiamate “putagè”, per passare in seguito a tutte le innovazione del settore, in particolare quelle legate all’utilizzo del pellet. Nel periodo di maggiore attività è arrivato ad avere 70 dipendenti. “Sono profondamente dispiaciuto per la sorte dei lavoratori – dice Livio Acchiardi -, credo che la strada da seguire sia quella di favorire insediamenti produttivi nell’area industriale, per offrire nuove opportunità a chi ha perso il posto”.
