Cuneo – La libreria “Stella Maris” da oggi è aperta nella nuova e più prestigiosa sede all’angolo tra le vie Felice Cavallotti e Carlo Emanuele. L’inaugurazione ufficiale sarà sabato prossimo alle 18.Lo spostamento è avvenuto nell’obiettivo di cercare una collocazione commercialmente più promettente, dopo anni di permanenza di fronte a quella che è stata, a lungo, la sede de “La Guida”. L’attuale è la terza collocazione della libreria, dopo l’esordio in piazza Galimberti, là dove ora si trova un bar, lo spostamento nella traversa di corso Nizza ed importanti interventi di ampliamento con espansione anche nell’interrato.La sistemazione attuale mantiene, grosso modo, la superficie del passato, con sviluppo su un unico piano. L’ingresso, su via Felice Cavallotti, ospita il bancone affiancato dal comparto cartoleria e cancelleria, introdotto dopo il trasloco e non presente in via Statuto. In un grande spazio a sinistra, con ampie vetrine, c’è il settore riservato a narrativa e saggistica, mentre un locale è dedicato all’editoria religiosa. Un terzo ambiente presenta le pubblicazioni per ragazzi, fiore all’occhiello della libreria, che viene ulteriormente ampliato e arricchito nell’offerta.Stella Maris ha alle spalle una lunga storia, con radici negli anni 60, quando la diocesi, attraverso l’Opera diocesana per le chiese povere e per i catechismi, fondazione di culto e religione, avviò il progetto con l’obiettivo di segnare la propria presenza in un settore dall’alta validità culturale, assicurando rispetto della libertà individuale, ma anche razionalità e determinazione nell’ambito delle scelte operate per accostarsi alle pubblicazioni cartacee. Di recente la titolarietà è passata a una società cooperativa costituita dalla diocesi di Cuneo, da alcune parrocchie di Cuneo e Fossano e da alcuni enti diocesani. Collegate alla struttura cuneese sono altre due librerie, una a Fossano e l’altra a Saluzzo .Identici gli scopi: accompagnare e mettere il lettore di fronte a corrette opportunità di scelta, senza condizionamenti e senza forzature, visto che – come ha scritto Daniel Pennac, scrittore francese contemporaneo – “Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo ‘amare’ e il verbo ‘sognare’”.
