Tra le tante nefaste conseguenze della pandemia, quelle sulla scuola italiana sono state “misurate” dalle prove Invalsi 2021, svoltesi a conclusione di un anno scolastico molto particolare e ancora profondamente influenzato ai lunghi periodi di interruzione delle lezioni in presenza a causa dell’elevato numero dei contagi. La didattica a distanza ha certo supplito nell’emergenza, ma vi sono state perdite di apprendimento e non solo, perché la pandemia ci ha fatto (ri)scoprire la funzione sociale della scuola, lo stare con gli altri come risorsa, dal punto di vista psicologico, cognitivo ed educativo. I risultati delle prime prove standardizzate rivolte a tutti gli studenti dopo lo scoppio della pandemia (le rilevazioni sono state sospese nel 2020) hanno mostrato gli effetti su grande scala dell’emergenza sanitaria sugli apprendimenti di base conseguiti nei tre ambiti – matematica, italiano e inglese – presi in considerazione.
I dati sono inequivocabili: la scuola italiana ha segnato un sensibile passo indietro negli apprendimenti, tanto che la percentuale degli studenti italiani a non aver raggiunto risultati sufficienti né in italiano né in matematica oscilla tra il 40 e il 50 per cento, con un aumento di circa dieci punti rispetto al 2019. Alle medie, infatti, il 39% degli studenti non ha raggiunto il livello di accettabilità in italiano (nel 2018 e nel 2019, quindi in periodi pre crisi, si era fermi al 34%), con un calo generalizzato in tutto il Paese. Male anche in matematica, dove il 44% dei ragazzi usciti a giugno dalla terza media non ha raggiunto le competenze minime (39% nel 2019, 40% nel 2018). E in entrambe le discipline, ad andare peggio sono gli alunni socialmente svantaggiati. L’inglese sostanzialmente tiene, così come la primaria, dove i risultati 2021 sono in linea con quelli pre pandemia.
La scuola primaria riesce a garantire risultati analoghi a quelli del 2019, in tutte le regioni italiane, con differenze poco significative in senso statistico, con un leggero calo osservato solamente per matematica, a conferma che la matematica si impara a scuola e meno in famiglia. Aspetti problematici emergono nel ciclo secondario, già nelle scuole di primo grado. A livello nazionale gli studenti che non raggiungono risultati adeguati sono il 39% in italiano (+5 punti percentuali rispetto al 2019), il 45% in matematica (+6), il 24% in inglese scritto (+2) e il 41% in inglese orale (+1). In tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli e i divari territoriali tendono ad ampliarsi con un peggioramento dei dati in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna
Per quanto riguarda l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, rispetto al 2019 i risultati del 2021 di italiano e matematica sono più bassi, mentre quelli di inglese (scritto e orale) sono stabili. A livello nazionale gli studenti che non raggiungono risultati adeguati sono il 44% in italiano (+9 rispetto al 2019), il 51% in matematica (+9), il 51% in inglese scritto (+3) e il 63% nell’inglese orale (+2), con forti differenze a livello territoriale e un netto peggioramento nelle regioni del Mezzogiorno, con percentuali quasi doppie tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli