Fossano – Era stato fermato dai Carabinieri di Cavallermaggiore mentre con la sua auto transitava a Marene. Nella macchina i militari trovarono un chilo di hashish suddiviso in panetti e alcune centinaia di euro. Nella sua abitazione di Fossano i militari trovarono altri 900 grammi di droga, un bilancino di precisione e 53.000 euro in banconote, in due borsoni, uno in casa e l’altro nella cantina. La sostanza stupefacente era di elevata qualità e corrispondente a circa 18.000 dosi. Era l’agosto 2020 e con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti venne rinviato a giudizio G. S., 43enne fossanese. Agli inquirenti l’uomo aveva dichiarato di non avere un lavoro e di percepire il reddito di cittadinanza. Per l’imputato, che aveva già due precedenti specifici risalenti al 2005-2006, l’accusa ha chiesto una condanna a sei anni e 26.000 euro di multa, ritenendo inverosimile che, come G. S. aveva dichiarato, quella somma provenisse da un regalo della mamma: “Nessuno di noi tiene una cifra del genere in una borsa in cantina – ha detto il sostituto procuratore Carla Longo che ha coordinato le indagini -, tanto più che l’imputato non aveva un lavoro e percepiva il reddito di cittadinanza”. L’avvocato Piercarlo Botto ha invece ricordato l’atteggiamento collaborativo del suo assistito che ha rivelato agli inquirenti sia la persona da cui aveva acquistato la droga, sia il nome e l’indirizzo della persona a cui doveva venderla; una collaborazione attiva, in virtù della quale ha chiesto l’applicazione della legge che prevede una riduzione della pena. Inoltre la difesa ha chiesto la restituzione di parte della somma sequestrata: “Il mio assistito – ha detto l’avvocato – ha ammesso che i 16.000 euro del borsone che era in casa erano provento dello spaccio, ma i 35.000 euro nascosti in cantina erano i risparmi della sua attività di imbianchino, interrotta a causa del lockdown”.
La giudice ha accolto la richiesta di riduzione della pena per la collaborazione e ha condannato G. S. a tre anni di reclusione e 8.000 euro di multa, disponendo anche la restituzione dei 35.000 euro. Infine è stata confermata la misura cautelare per 18 mesi (immagine di repertorio).