Busca – I loro rapporti di vicinato erano stati normali fino al 2018, quando M. E., 46enne di Busca, avrebbe iniziato a procurare danni alla loro abitazione e a minacciarli senza un motivo dichiarato. Una serie di azioni che preoccuparono la famiglia (madre, padre e figlia, cui si aggiunse il convivente di quest’ultima), tanto da indurli a denunciare tutto ai Carabinieri nel luglio 2019. Con la pistola ad aria compressa avrebbe sparato e distrutto il loro citofono e un sensore di rilevazione della temperatura appeso sul muro esterno. Nel cuore della notte avrebbe lanciato petardi nel loro giardino. Con la stessa pistola ad aria compressa avrebbe minacciato la figlia mentre rientrava di sera a casa accompagnata da un amico. Al padre della ragazza avrebbe anche detto: “Fai attenzione a tua figlia, è giovane”; frasi che hanno spaventato la famiglia tanto da indurre il compagno della ragazza ad accompagnarla e riprenderla dal lavoro. In aula ha anche testimoniato uno psichiatra che, per conto della Procura, ha eseguito una consulenza sull’imputato cui è stato riscontrato un parziale vizio di mente ma in grado di stare in giudizio. “Inizialmente abbiamo provato a parlarci – ha riferito il denunciante costituito parte civile in giudizio -, ci aveva fatto 900 euro di danni e gli portammo il preventivo delle riparazioni, ma lui negò la responsabilità e disse che non avrebbe pagato. Ancora lo scorso aprile ci ha lanciato delle uova contro la facciata di casa. Lo abbiamo visto con le telecamere che avevo installato sulla porta di casa”. “Lanciava petardi nel cuore della notte – ha raccontato il convivente della figlia – dalle telecamere vedevamo che lanciava qualcosa; l’audio non c’era ma nell’immagine compariva il fumo del petardo”. Dopo aver ascoltato il racconto delle parti civili, il processo è stato rinviato all’8 luglio per ascoltare gli altri testimoni.