Limone Piemonte – Sono stati assolti con formula piena, perché il fatto non costituisce reato, Paolo Collo e Vincenzo Ravaschietto, le due guide alpine accusate di omicidio colposo per la morte di Eric Potier, 38enne sciatore francese che nella discesa dal monte Chiamosseo il 23 dicembre 2016 perse la vita travolto da una valanga. La vittima faceva parte di un gruppo di otto sciatori che le due guide stavano accompagnando in una serie di discese nella Riserva Bianca.
Secondo l’accusa i due esperti avevano guidato il gruppo in una zona potenzialmente a rischio di valanga, senza valutare correttamente le indicazioni del bollettino meteo che davano un indice di pericolosità di tre su una scale di cinque. Una contestazione rigettata dalla difesa, gli avvocati Vittorio Sommacal e Federico Parini, che con i loro assistiti hanno ripercorso tutte le attività preparatorie di quella escursione. Ravaschietto, guida alpina con esperienza di oltre trent’anni e istruttore di guide, aveva infatti spiegato che quell’area era stata scelta proprio perché con caratteristiche simili a una zona in cui il giorno prima aveva fatto delle bonifiche che avevano dato esito negativo.
Anche i bollettini meteo erano stati studiati attentamente nella loro evoluzione in continuo miglioramento. La zona non era esposta al sole e non era a ridosso di rocce. Infine aveva testato personalmente il terreno scendendo per primo e indicando il percorso a chi lo seguiva. Quella che si distaccò fu una valanga di enormi dimensioni, con un fronte pari a 25 campi di calcio; i primi tre sciatori che avevano seguito Ravaschietto furono travolti ma riuscirono a salvarsi, Potier che scendeva per quinto rimase sepolto sotto la neve.
“Il caso fortuito è quello che si verifica quando la condotta umana si incrocia con un accadimento non prevedibile – ha detto l’avvocato Sommacal – e in questi casi, come stabilito da una sentenza della Cassazione, è onere dell’accusa dimostrare che non si tratti di un caso fortuito. La situazione che si creò quel giorno era del tutto eccezionale per le Alpi Marittime”.
Per i due imputati l’accusa aveva chiesto una condanna a un anno e nove mesi; la giudice ha invece accolto la tesi delle difese e ha assolto le due guide con formula piena.