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Venerdì 22 novembre 2024

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Rapporti tesi con i vicini a Frassino, un uomo a processo

Musica ad alto volume per tutto il giorno, poi episodi sempre più inquietanti e danneggiamenti importanti

La Guida - Rapporti tesi con i vicini a Frassino, un uomo a processo

Frassino – Erano chiusi in casa durante il primo lockdown a marzo 2020, quando il vicino di casa, con il quale i rapporti non erano mai stati facili per via di discussioni su una servitù di passaggio, accese lo stereo a tutto volume e mise le casse di amplificazione sul davanzale della finestra lasciando la musica accesa per tutto il giorno, spegnendo lo stereo solo verso le 21. Fu così dal 16 marzo fino alla fine di maggio, per circa due mesi e mezzo. Anche l’intervento dei Carabinieri non servì a risolvere la questione perché P. G. non rispondeva al citofono.
Ora l’uomo è stato rinviato a giudizio con varie accuse che vanno dallo stalking, al danneggiamento, dalle lesioni alle minacce. Il 3 aprile, mentre tutti appendevano ai balconi i cartelloni con arcobaleni colorati e la scritta “andrà tutto bene”, anche P. G. decise di seguire l’esempio, aggiungendo però sotto il cartellone anche un invito ad andarsene e parole ingiuriose, con l’aggiunta di un peluche impiccato. Alla fine di maggio, dopo aver tagliato l’erba nel proprio giardino, aveva iniziato a spazzare lo sfalcio nel terreno dei vicini: dopo averlo inutilmente invitato a smetterla, la vicina scese e iniziò a rispazzare l’erba tagliata nell’altra proprietà, fino a quando non toccò il piede del vicino con la scopa. Per tutta risposta P. G. le diede un calcio sulla gamba. Al pronto soccorso le diedero una prognosi di 25 giorni. Il 1° giugno, mentre la famiglia B. (padre, madre, figlioletta e nonno costituiti parte civile in giudizio) era a casa a guardare la televisione, si sentirono dei forti rumori venire da fuori: era P. G. che sbatteva la testa contro il loro cancello. “Aveva la testa insanguinata – ha riferito in aula la signora -, eravamo spaventati e gli chiedevamo di smetterla, ma lui iniziò a tirare pietre contro la mia auto e la finestra del nostro garage, prese a calci e pugni l’auto di mio suocero, spaccando finestrini, specchietti, danneggiando la fiancata e il cofano. Oltre alla testa si era ferito alle mani e alle gambe”.
Con le due auto, i danni superarono i 3.000 euro. A luglio un provvedimento restrittivo del giudice del tribunale di Cuneo lo obbligò a tenersi lontano da quella casa, ma a potervisi recare per prelevare oggetti necessari al suo lavoro di meccanico riparatore. “È autorizzato – ha raccontato in aula il signor B. – a ritirare del materiale per lavorare, ma in realtà si ferma anche per delle ore e in tutto questo tempo resta sul balcone a guardarci fisso. Abbiamo tutti paura di uscire di casa. A gennaio di quest’anno sono anche stato ricoverato in ospedale per un’eruzione cutanea grave dovuta allo stress e sono ancora in cura”. La prossima udienza è fissata per il 13 maggio.

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