Cuneo – Figura anche il Gruppo pendolari Cuneo-Torino tra i firmatari della lettera inviata nei giorni scorsi al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, dalle organizzazioni piemontesi che si battono per la riattivazione delle tratte ferroviarie sospese in Piemonte. Associazioni e comitati calcolano, infatti, che dal 2012 circa un terzo dell’intera rete ferroviaria regionale è stata bloccata.
Nel documento si evidenziano le incongruenze dell’attuale assetto del servizio rispetto agli orientamenti strategici proposti dall’Unione Europea, che vedono centrali proprio i temi connessi alla sostenibilità ambientale e dei trasporti, partendo da tre casi emblematici: quello della linea elettrificata Pinerolo-Torre Pellice (sospesa nel 2012 e la cui riattivazione, prevista per il 2019, non ha avuto seguito), della Asti – Castagnole delle Lanze – Alba (che la Regione Piemonte vorrebbe sopprimere definitivamente, trasformando i binari in una pista ciclabile) e della Cuneo-Ventimiglia-Nizza. Quest’ultima, premiata come “Luogo del cuore” dal Fai per la sua particolare bellezza, dopo i drammatici eventi alluvionali dell’ottobre 2020, pur essendo stata anch’essa interessata da alcuni danni, “potrebbe essere completamente riattivata in pochi mesi – scrivono i firmatari delle missiva -, diventando di fatto l’unica infrastruttura di collegamento tra le valli, permettendo di evitare il completo isolamento dell’area”. Ma per l’assessorato ai Trasporti della Regione “quella non sarebbe una soluzione adeguata ed esso è reticente ad autorizzare interventi di ripristino della tratta”.
“Le linee ferroviarie – si conclude nella lettera – sono essenziali per la mobilità pendolare di lavoratori e studenti, in chiave turistica, e utili a contenere il traffico veicolare e le relative emissioni. Basta citare i gravi problemi di inquinamento atmosferico che affliggono questa parte della pianura Padana e le sue città, il conseguente rischio sanitario per la popolazione e l’aggravamento della crisi climatica generati dal traffico veicolare… Una mobilità integrata potrebbe portare ripopolamento e sviluppo delle aree interne, migliorando contemporaneamente la qualità della vita dei grandi centri urbani. Riteniamo che l’avversione verso il trasporto su ferro dimostrata dalla Regione Piemonte sia contraria ad ogni logica di raggiungimento degli obiettivi condivisi dall’Unione Europea, di cui facciamo parte, e che lo smantellamento progressivo delle ferrovie costituirà un danno irreparabile al nostro patrimonio. Reputiamo invece fondamentali, anche alla luce delle ingenti nuove risorse in arrivo, l’avvio di azioni di ripristino ed efficientamento delle ferrovie locali”.
Associazioni e comitati si rendono, quindi, disponibili ad un confronto con il competente Ministero.