Cuneo – Mentre arrivano i dati di un progressivo miglioramento della situazione epidemiologica in Piemonte (valore Rt a 0,9 per l’Rt puntuale e a 0,88 per l’Rt medio, nuovi casi in diminuzione anche se in ospedale le occupazioni dei letti sono ancora alte 59% in terapia intensiva e 67% di ricoveri ordinari e incidenza che scende al di sotto della soglia di allerta rossa dei 250 casi su 100mila abitanti), arrivano anche i dati dell’Agenas sulle ospedalizzazioni, ovvero il numero di ricoveri rispetto al totale dei positivi accertati. E il Piemonte è oltre il doppio della media nazionale e primo in assoluto tra le regioni. Secondo i dati foniti dallo studio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la media nazionale è del 6% di ricoveri rispetto al totale dei positivi accertati, in Piemonte è al 13,6%. Un tasso di ricoveri altissimo rispetto al resto del Paese che invece punta molto sulle cure domiciliari e che causa l’intesamento degli ospedali piemontesi. Tre le fragilità indicate: il protocollo per le cure domiciliari sull’attivazione delle Usca, che sono troppo poche e che dunque non possono rispondere a chi potrebbe evitare anche il ricovero in ospedale, l’assistenza domiciliare integrata, e la fragilità del raccordo tra ospedali e medici di famiglia.
Riflessioni che dovrnano essere prese in considerazione se non nell’emergenza sanitaria, subito dopo epr ripensare l’organizzazione sanitaria piemontese.