Fossano – Si è concluso con l’assoluzione il processo per omicidio stradale in cui era imputato S. S., un giovane fossanese, accusato di aver provocato la morte di G. D., una signora di 75 anni. L’incidente era avvenuto la sera del 21 ottobre 2017; immettendosi in retromarcia sulla provinciale 169 da una strada secondaria, il Suv Cherokee della donna venne urtato dal Suv del giovane che si accorse dell’auto in retromarcia solo all’ultimo e non fece in tempo a frenare. A causa dell’urto violento la donna morì all’istante, suscitando un forte cordoglio nella comunità locale in cui G. D. era molto impegnata. Dalla ricostruzione della dinamica dell’incidente è emerso che l’auto della signora aveva invaso la corsia su cui proveniva il giovane, mentre è rimasto il dubbio circa la velocità con cui questo procedeva: secondo il consulente del pubblico ministero era di circa 100 chilometri orari, mentre per la difesa l’auto viaggiava a una velocità inferiore al limite consentito. Anche per quanto riguarda le luci dei due veicoli le analisi delle perizie hanno portato a conclusioni diverse: secondo l’accusa l’auto del giovane aveva gli abbaglianti accesi e quindi avrebbe potuto vedere il Cherokee se non fosse andata troppo veloce. Dal canto suo il ragazzo aveva riferito in aula di non avere in quel momento gli abbaglianti accesi perché poco prima aveva incrociato delle auto venire in senso opposto: i fari si sarebbero accesi con l’urto delle mani sul cruscotto al momento dello scontro. Secondo l’accusa, S. S. avrebbe dovuto conformare la propria velocità alle circostanze di luogo e di tempo e per questo ne ha chiesto la condanna a nove mesi riconoscendogli le attenuanti generiche per il fatto che era stato lui da subito a chiamare i soccorsi. Per la difesa, forse era stata la repentina manovra del Cherokee e per questo ne ha chiesto l’assoluzione. Richiesta accolta dal giudice che ha assolto S. S. perché il fatto non costituiva reato (immagine di repertorio).