Ritorna, e speriamo resti e progredisca, il tema dello “ius soli”, il diritto di cittadinanza per i migranti in Italia.
Non siamo i soli in Europa ad affrontare questo argomento sensibile, da maneggiare con attenzione per non farlo esplodere in polemiche che non portano da nessuna parte, occultando un’evidenza appena denunciata dall’Istat: quella di un’Italia con abitanti sempre meno numerosi e più anziani.
Eppure in questa Italia dove c’è posto e bisogno di giovani qualcuno grida all’invasione.
Ci sono in Europa Paesi meno timorosi del nostro, che hanno concesso la cittadinanza ai migranti molto più di noi: e non sono solo i più ricchi, come la Svezia, che ha dato il passaporto nazionale a 6,98% di residenti stranieri, ma anche, in seconda posizione, un Paese molto meno ricco del nostro, la Romania con il 4,73%, una percentuale quasi doppia dell’Italia che con il 2,54% si colloca in settima posizione nell’Ue dopo, nell’ordine, Portogallo, Finlandia, Olanda e Belgio, precedute da Svezia e Romania.
Non propria da sola l’Italia sulla strada verso lo “ius soli”.