Pradleves – “Per fortuna in paese i servizi essenziali ci sono tutti – dice il sindaco di Pradleves e presidente dell’Unione Montana Marco Marino parlando di come il paese ha vissuto e gestito l’anno di emergenza appena trascorso -. I nostri negozi di beni di prima necessità hanno sempre lavorato, rifornendosi anche di pane per tamponare la mancanza di una panetteria (che speriamo di poter riaprire a breve), così come la farmacia. Anche le connessioni internet, fondamentali in questo periodo, tra scuola a distanza e smart working, hanno funzionato, la Scuola di Valle ha potenziano la connessione due anni fa e quindi i ragazzi hanno potuto appoggiarsi all’istituto, non abbiamo la fibra che dovrebbe arrivare in paese tra qualche anno, ma siamo collegati. Quindi dal punto di vista pratico direi che come Comune non abbiamo avuto grandi difficoltà, certamente quello che è mancato forte è stata la vicinanza dei famigliari. Da noi vivono ancora molti anziani con parenti che risiedono in altri Comuni, questa lontananza si è sentita forte”.
Oggi il Comune di Pradleves è “covid free”. “Però entriamo lo stesso in zona arancione, servirebbero provvedimenti più calati localmente – continua il sindaco -. Chiudere adesso un paese come Pradleves, considerandolo alla pari di una città come Cuneo o di un grande centro come Torino non ha senso. Mi rendo conto che non sia semplice pensare a misure più localizzate, ma si potrebbero fare ragionamenti a livello di territorio più vasto, magari di Unioni o di province. Questa enorme disparità tra Comuni piccoli e centri abitanti non viene assolutamente presa in considerazione e questa cosa sta creando molto malumore tra le persone, che accettano meno volentieri le disposizioni rispetto al primo lockdown. A tutto questo si aggiunge il discorso economico, ci sono persone che hanno perso il lavoro o che sono ferme per la chiusura di alcune attività, quindi chiaramente sono emerse delle nuove povertà. Stiamo cercando di sostenerle con i buoni alimentari, ma la situazione non è facile”.
A essere in difficoltà è anche il comparto turistico, con ristoranti, bar e alberghi chiusi. “Questa estate hanno lavorato forse meglio degli anni precedenti, ma per periodi limitati che non compensano le perdite dei mesi scorsi – dice Marino -. Quello che abbiamo riscontrato è stato un aumento nell’utilizzo delle seconde case, anche se per periodi limitati. È intenzione dell’Amministrazione dare un contributo alle attività che sono rimaste chiuse, ma anche a quelle che pur dovendo rimanere chiuse hanno comunque prestato un servizio (come l’asporto) perché non bisogna dimenticare la loro funzione sociale”.
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