Elva – Il turismo è il comparto che, in Valle Maira, più di altri sta patendo le conseguenze della crisi scatenata dall’emergenza sanitaria. “I locali sono stati costretti a riaprire e chiudere più volte, uno non ha proprio più riaperto, l’altro lavora, ma a ogni Dpcm cambiano le regole” dice il sindaco Giulio Rinaudo.
“Come Comune abbiamo appena ricevuto delle nuove risorse dallo Stato e stiamo vedendo come poterle distribuire, abbiamo molto idee, anche dal punto di vista turistico e molte iniziative in cantiere che però per il momento rimangono nel cassetto – continua Rinaudo -. Durante la stagione invernale abbiamo battuto delle piste per le ciaspole e realizzato una pista per il bob adatta ai bambini, però se poi di fatto la gente non può spostarsi e fermarsi nei locali è un problema. E’ una stagione anomala, manca completamente il turismo proveniente dall’Europa, viviamo sui visitatori provenienti dalla Regione, quando va bene”.
A pesare sulla vita quotidiana durante quest’anno di emergenza è stata anche la mancanza di alcuni servizi essenziali. “Durante il primo lockdown eravamo sprovvisti di un negozio di generi alimentari, la nostra gente è abituata ad aggiustarsi, quando uno scende a valle fa le commissioni anche per gli altri, prende gli ordini dalle altre famiglie e si fanno più provviste, ma è un problema che purtroppo ci trasciniamo da tempo, atavico e comune ad altri piccoli centri di montagna che speriamo di riuscire a risolvere. Alcuni piccoli problemi, per fortuna non gravissimi, li ha avuti anche l’unica studentessa residente che abbiamo che studia alle Superiori, la connessione non sempre eccezionale ha causato qualche difficoltà con la didattica a distanza”.
Servizio completo su La Guida di giovedì 18 febbraio 2021