Cuneo – Oggi, domenica 31 gennaio, è festa ai Salesiani di Cuneo e in tutto il mondo. È la festa di San Giovanni Bosco.
“Oggi Don Bosco dice “Vi aspetto tutti in paradiso!” – dice don Mauro Mergola, direttore dei Salesiani di Cuneo. Questo è stato ed è il fine ultimo della sua vita e della sua missione: creare le condizioni di amicizia, di accompagnamento e di guida perché “ogni giovane potesse e possa essere felice nel tempo e per l’eternità”. La felicità per don Bosco nasce dal sentirsi amati dal Signore, dall’amare i fratelli come il Signore, dal prevenire ogni situazione di peccato perché toglie la pace e la gioia del cuore. Chiediamo al Signore, per intercessione di don Bosco, di far nascere il noi il desiderio del Paradiso che è la felicità da costruire qui, ogni giorno, attraverso la fedeltà ai nostri doveri quotidiani, la vita fraterna, il servizio generoso e gratuito verso tutti, la cura della nostra vita spirituale con la comunione e la confessione frequente”.
Intanto dalla sede centrale dei Salesiani si è concluso il lavoro che ha portato alla creazione di un nuovo logo unico per tutti, da declinare nelle realtà territoriali per dare un messaggio di unità. Il lavoro svolto dalla équipe ha visto la partecipazione anche di esperti chiamati dalle ispettorie: il risultato finale è stato quindi frutto di un cammino condiviso nell’affermazione, attraverso i tratti di un logo, della identità rappresentativa del carisma.L’architettura del nuovo logo richiama i quattro principi della pedagogia salesiana: l’educazione, l’accoglienza, l’accompagnamento e la comunione. Il “sistema preventivo” di Don Bosco è caratterizzato dall’amore gratuito che si vive nell’incontro con i giovani, il primo oratorio fu per i giovani che vi entrarono una casa che li accoglieva, una parrocchia che li evangelizzava, una scuola che li avviava alla vita e un cortile dove incontrarsi in allegria. L’esperienza di Valdocco resta il punto di partenza e il criterio della missione dei Salesiani di oggi. L’accompagnamento per i Salesiani significa incontrare i giovani nei loro ambienti, e la comunione si traduce nella coesione e nella corresponsabilità delle comunità educative che permettono di raggiungere gli obiettivi educativo-pastorali.