Li avevamo incontrati già mesi fa, ora ci aggiornano dall’estero, dove alcuni cuneesi vivono osservando le limitazioni patendo un po’ la lontananza da casa. La speranza delle vaccinazioni si mescola con il timore delle nuove varianti di Covid. La routine quotidiana fatta solo più di casa e lavoro inizia a pesare, soprattutto quando non si può neanche programmare il ritorno per abbracciare la propria famiglia. Alcuni dicono persino di sentirsi “in gabbia”. E così gli italiani espatriati bloccati in un Paese dove sono andati per studiare o lavorare, e che sono soliti tornare nel paese d’origine con facilità e frequenza, oggi vivono sulla loro pelle le limitazioni tipiche dei migranti che sbarcano sulle nostre coste.
Diego Marino, 30 anni, di Cuneo, dalla Francia, da Parigi, racconta: “Qui la situazione è abbastanza noiosa. La routine casa lavoro è pesante. Tutto è chiuso, il coprifuoco alle 18 genera vari problemi per chi va al lavoro, nell’organizzarsi per fare la spesa. E si parla sempre più seriamente di un terzo lockdown da metà febbraio a metà marzo. Per le varianti, inglese e francese, e si sta cercando di capire di che cosa si tratta. Non si vede ancora la fine!“