Cuneo – Secondo il rapporto Inail del 2020 i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro sono aumentati specie da dicembre in avanti. E la provincia di Cuneo insieme a Torino è maglia nera a riguardo: si registrano 2.764 casi, di cui 2.182 donne e 582 casi sono uomini, che descrivono un’incidenza del 14,7% sul totale regionale. La maggior parte dei casi riguardano le donne, quasi 4 su 5, esattamente il 76,8% dei malati, il 63,4% dei casi si verifica nella sanità e nell’assistenza e in questo settore sono i tecnici della salute e le professioni qualificate nei servizio sanitario e sociale le categorie che si ammalano di più.
Secondo il rapporto Inail i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro a livello nazionale hanno ormai raggiunto 131.090 casi, di cui 423 con morti. In questo scenario il Piemonte rappresenta il 14,4% dei casi sul totale nazionale, pari a 18.864 lavoratori contagiati di cui 37 morti. Di questi 14.480 sono donne (76,8%), mentre 4.384 (23,2 %) sono uomini. A Cuneo 2.764 casi, la maggior parte tyra i 50 e i 64 anni (1.130 casi), seguiti dai 1.084 casi di lavoratori trai 35 ei 49 anni, 506 fino ai 34 anni e 44 oltre i 64 anni. Rispetto all’ultima rilevazione del 30 novembre scorso le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate a Cuneo del 22,3%. Landamento annuale mostra un andamento dei contagi professionali cuneesi molto simile a quello medio nazionale, con incidenze maggiori nei mesi di aprile e di novembre, in particolare a novembre si raggiunge il picco dei contagi.
Le professioni più colpite sono i tecnici della salute di cui il 77,4% sono infermierie e il 7,7% assistenti sanitari; tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali il 99,7% sono Oss e tra quelli nei servizi personali l’84,9% sono operatori socioassistenziali; tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari il 72,1% sono ausiliari ospedalieri, il 15,3% ausiliari sanitari e portantini e l’8,2% inservienti in case di riposo. L’83% delle denunce codificate per settore di attività economica riguarda ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili.
Tra i decessi il 91,9% afferisce l settore della “Sanità e assistenza sociale” e i più colpiti sono medici, infermieri e operatori sanitari.