Caraglio – I rapporti di vicinato fra gli imputati del processo che si è concluso al tribunale di Cuneo erano compromessi da parecchio tempo quando si verificò la rissa del 19 maggio 2018. A giudizio con l’accusa di rissa, lesioni personali in concorso, porto d’armi e resistenza a pubblico ufficiale sono finiti F. A. con il figlio C. A. e il vicino di casa M. H. con l’amico M. A. Tra i vari motivi di risentimento tra le due famiglie c’era il problema del rumore che, a detta di M. H., proveniva dalla casa di F. A. dove la moglie lavorava con la macchina da cucire tutto il giorno, recando molto disturbo.
Il pretesto della rissa furono delle biciclette parcheggiate nell’androne che ostacolavano il passaggio delle persone. Le versioni su quanto accaduto quel pomeriggio sono state molto diverse. Ascoltata in aula, la compagna di F. A. ha dichiarato di aver sentito dei rumori provenire dall’ingresso del condominio e dato che poco prima c’era stata una discussione col vicino in merito alle biciclette da spostare, scese di sotto e vide che il marito e il figlio erano a terra doloranti con ferite alla testa. I due le raccontarono di essere stati colpiti alle spalle dal vicino con la pala.
Diametralmente opposta la versione dell’altro imputato, M. H., che ha riferito di essere stato aggredito da F. A. che aveva in mano un falcetto perché stava andando nell’orto e dal figlio armato di coltello. Lui era scappato fuori proprio mentre arrivava l’amico che li affrontò con una pala trovata lì a terra.
I Carabinieri trovarono sul posto F. A. con una vistosa ferita alla testa; mentre cercavano di identificare i presenti, un carabiniere rimediò anche una lesione al gomito da parte di M. H. che gli diede una spinta. Per tutti il pubblico ministero ha chiesto la condanna e il giudice ha accolto la richiesta condannando F. A. e M. H. a un anno e due mesi di reclusione, M. A. a dieci mesi di reclusione e assolvendo invece C. A.