Un gruppo di cittadini di Pianfei scrive a riguardo del futuro della Residenza Assistenziale Casa di Mosè, recentemente al centro di un’accesa discussione: “L’idea di un condominio sociale, di una residenza che metta insieme anziani autosufficienti, con un’autonomia di camera e bagno, ma servizi in comune come cucina, pulizia, lavanderia, condivisione di uno spazio di incontro anche con chi non risiede nella struttura, possibilità di avere momenti conviviali con i parenti, non ci dispiace. Ma l’attuale fabbricato in piazza Vittorio Emanuele a Pianfei, sede ora della Casa di Mosè, non è il luogo giusto. Ci pare una soluzione da praticare in centri abitati più grandi, in città dove il bisogno è proporzionato alla popolazione e dove la tipologia di struttura ha senso a fronte degli spazi abitativi presenti.
A Pianfei c’è bisogno di una Residenza Assistenziale. C’è bisogno di continuare, anzi di implementare i servizi, sotto tutti gli aspetti compresi quelli socio sanitari. Essi devono caratterizzare il luogo dove poter invecchiare tutelati e accompagnati nelle necessità giornaliere. Perché, anche se autosufficienti, gli anziani hanno dei bisogni primari che da soli non riescono più a soddisfare con serenità e autonomia. Un altro aspetto non secondario è l’accentuarsi dell’auto isolamento. L’individualismo è sempre dietro l’angolo e la tendenza a ritagliarsi spazi di solitudine sempre più prolungata perdendo la voglia di relazioni sociali è in molti soggetti all’ordine del giorno. Occorre trovare veramente tanta convinzione, occorre incontrare la scintilla giusta per non chiudersi. Uno degli obiettivi delle residenze assistenziali deve essere anche questo: tenere vivo l’interesse alle relazioni, alla vita, con competenza, per evitare di ciondolare dalla stanza al soggiorno comune e ammutolire su una poltrona. E’ difficile dopo una vita trascorsa al lavoro, fra affetti familiari, fra mura conosciute – casa mia – godendo di una libertà costruita con le proprie scelte, pensare di avviarne un’altra – di vita – in un altro posto, con gente che spesso non conosciamo, in spazi ridotti, con abitudini, orari da cambiare, pasti da condividere. E spesso non è così scontato. Quello che ci vuole è una struttura che sappia di casa, ma nello stesso tempo – e lo abbiamo imparato in questa pandemia – sia protetta e tutelata soprattutto nella parte di igiene, di sicurezza sanitaria per una buona qualità di vita. Perché: … se solo casa è … resto nella “mia”. Specificatamente adesso agli ospiti di Casa di Mosè si chiede di fare un altro cambio di “casa”… di ripartire nuovamente. E se invece il cambio lo facessimo noi di Pianfei? Noi, cittadini, che per ora guardiamo da fuori lo svolgersi dentro le mura di Casa di Mosè, noi che magari abbiamo dei parenti o amici all’interno, o li abbiamo avuti, o anche no. Noi, che, forse oggi non ci pensiamo, ma un domani potremmo avvicinarci per un familiare o per noi stessi. Noi, che siamo i commercianti di Pianfei, noi che a Pianfei abbiamo un’impresa, uno studio in uno dei tanti settori della produzione, del commercio, della ristorazione, dei servizi. E che a Pianfei oltre pagare le tasse e creare ricchezza desideriamo anche vivere e far vivere bene adesso e dopo. Noi, che siamo la Banca di Credito Cooperativo di Pianfei e Rocca de’ Baldi che nelle sue finalità ha il “farsi carico delle necessità del territorio e lavorare insieme per incidere concretamente nella vita delle persone”. Noi, che siamo l’Amministrazione Comunale attuale chiamata sì a “governare” un paese, ma che in scelte così importanti non può non confrontarsi con l’elettorato passato e futuro.
L’idea è questa. Utopica? Qualcuno un giorno ha detto: “A volte un progetto sembra davvero impossibile, ma ogni tentativo va provato”. Costituire un ente che si prenda carico della gestione della Casa di Mosè mantenendola come Residenza Assistenziale, chiedendo la presenza nella costituzione della BCC di Pianfei e Rocca de’ Baldi e di imprenditori di Pianfei con una generosa partecipazione anche finanziaria. Chiedere al Comune in comodato di uso gratuito la struttura e l’accollo della manutenzione straordinaria, svincolandolo dalla gestione vera e propria, per snellirne anche le procedure di appalti etc. Chiedere all’Amministrazione Comunale attuale di farsi carico ogni anno, fino a fine mandato, di contribuire ai costi della struttura futura. Chiedere ai commercianti di praticare prezzi di favore per le materie prime utili alla gestione della casa (alimenti, pulizia, piccole manutenzioni, segreteria …) assicurando loro acquisti in paese. Chiedere alla cittadinanza di dimostrarsi attenta ad azioni di sensibilizzazione verso la Casa di Mosè, in modo da garantire la continuità di questo prezioso servizio. Compresa la possibilità di svolgere volontariato adeguatamente formato. Chi può risponda a questo appello segnalando la sua presenza, il suo impegno a dar vita a una struttura che sarà sempre più del paese, respirerà con i polmoni del paese e permetterà di invecchiare serenamente nel paese. Soprattutto in questo momento occorre agire con molta prudenza, per evitare che questa pandemia non ci abbia insegnato nulla a livello di relazioni umane, di cura e di attenzioni gli uni verso gli altri, di sicurezza. Se l’adesione a questo progetto andrà in porto così che Pianfei dimostri il suo amore e la sua attenzione alla terza età! … poi si chiederà a chi può di versare un contributo di denaro e/o di tempo per poter guardare al futuro di Casa di Mosè con fiducia”.
Lettera firmata