Torino – Garantire l’effettiva realizzazione della continuità delle cure, la presa in carico della cronicità e una migliore accessibilità alle prestazioni, anche nei territori montani o con caratteristiche di zona disagiata.
Sono gli obiettivi della nuova proposta di legge regionale sulla riorganizzazione della medicina territoriale in Piemonte presentata ieri, venerdì 4 dicembre, in conferenza stampa dal presidente della Regione, Alberto Cirio, dall’assessore regionale alla sanità, Luigi Genesio Icardi e dal coordinatore del gruppo di lavoro sulla medicina territoriale, Ferruccio Fazio.
Un progetto sul quale la Regione, a partire dal 2021, mette a bilancio 10 milioni di euro all’anno, oltre ai 17,3 milioni di euro già destinati dalla stessa Regione alle attrezzature sanitarie di diagnostica di primo livello a favore dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e all’investimento regionale di 7 milioni di euro stanziati il 20 novembre scorso per la telemedicina.
La legge riconosce all’assistenza primaria il ruolo cardine dell’assistenza territoriale, potenziando le attuali forme associative di “medicina di gruppo” e “medicina di rete” della Medicina generale.
I medici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, il 60% dei medici potrà disporre di personale di segreteria (oggi sono il 43%) e il 40% di personale infermieristico (oggi sono il 19%).