A partire dall’inizio della pandemia da Coronavirus le RSA piemontesi sono state duramente colpite. Sono diminuiti dal 15 al 50% i posti letto occupati a causa dei decessi degli anziani. Ancora oggi, secondo i dati forniti dalla Regione Piemonte, sui circa 40mila ospiti degli oltre 780 istituti piemontesi, l’8% per cento è positivo. Nonostante le Rsa siano state quasi sigillate impedendo le visite dei familiari e la possibilità di un accompagnamento spirituale. La Consulta della Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale piemontese ha raccolto il grido d’aiuto di numerose strutture che non riescono più a garantire un giusto equilibrio tra ricavi e costi di gestione. Il presidente della Consulta, mons. Marco Brunetti, nel giorni scorsi ha scritto una lettera al Presidente della Regione, Alberto Cirio e all’Assessore alla Salute, Luigi Icardi.
Mons. Brunetti dai dati che avete raccolto quale quadro ha presentato al presidente Cirio?
Come Consulta regionale della pastorale della salute della CEP abbiamo descritto ai vertici regionali una situazione molto critica rispetto alle RSA del Piemonte. A me personalmente diversi responsabili di RSA mi hanno descritto una situazione al limite della sostenibilità.Il primo problema riguarda il personale di assistenza in particolare le figure OSS e gli infermieri. Molti di questi aderendo ai concorsi regionali sono passati alle strutture ospedaliere.
Il secondo problema riguarda la sostenibilità economica dei bilanci delle strutture stesse.
Durante la prima fase la pandemia da Coronavirus ha colpito duramente le RSA e ha ridotto del 15% i posti letti disponibili per i decessi avvenuti e non sostituiti da anziani in lista di attesa, ma in alcune RSA si arriva al 50% dei posti vacanti, che non permette alle RSA di garantire l’equilibrio tra ricavi e costi di gestione. E questo nonostante il costo del lavoro sia aumentato a seguito del rinnovo dei contratti collettivi nazionali e i costi di gestione lievitati a seguito del potenziamento delle misure di prevenzione e gestione del contagio covid 19.
Avete fornito suggerimenti su possibili sostegni alle Rsa?
Si! Riteniamo che l’avanzo dovuto alle mancate integrazioni di rette, risparmiato dalle ASL rispetto al budget iniziale per il minor inserimento di anziani non autosufficienti nelle strutture convenzionate, debba essere utilizzato per elargire contributi a sostegno delle varie strutture residenziali presenti sul territorio regionale per evitare il rischio del fallimento. Inoltre pensiamo che la Regione debba finanziare dei nuovi corsi di formazione per operatori socio sanitari (OSS) di cui c’è un gran bisogno.
Questi lunghi mesi, tra lockdown e limitazioni, hanno dimostrato quanto sia importante per gli anziani e gli operatori poter contare su un accompagnamento spirituale. Un’esigenza, che ancora prima dell’inizio della pandemia, il tavolo di lavoro tra la Regione e la Cep aveva sottolineato richiedendo al governo regionale un intervento normativo per garantire anche in tutte le Rsa l’assistenza spirituale. Poi è arrivato il covid è l’iter si è fermato. E le porte degli istituti si sono chiuse pure per gli assistenti spirituali. Non esiste, quindi, solo un’urgenza finanziaria?
Questo tempo di pandemia sta dimostrando quanto sia fondamentale per gli ospiti, ma anche per gli operatori una presenza che accompagni le persone, affinché nessuno si senta solo o abbandonato, soprattutto nel tempo della vecchiaia e della malattia.
Gli assistenti spirituali delle RSA e degli ospedali hanno il diritto e il dovere di garantire il loro servizio di assistenza spirituale e sia pure con tutti i dispositivi di protezione personale devono poter esercitare il loro servizio accanto agli anziani e ai malati, facendo talvolta essi stessi da ponte con gli stessi famigliari che non sono ammessi, prudentemente, all’interno delle strutture. Sappiamo che proprio in questi giorni, in seguito ad una circolare del ministero della salute, la regione ha dato facoltà ai direttori delle RSA di allentare la chiusura rispetto a contatti con i famigliari, nel rispetto delle precauzioni anticovid, credo che questa possibilità vada estesa anche agli assistenti spirituali.
Ora cosa si aspetta dal Governo regionale?
Siamo consapevoli del momento veramente difficile e quanto sia importante dialogare, pertanto ci aspettiamo scelte coraggiose, affinché non venga meno l’attenzione alla persona anziana, soprattutto se debole e fragile, e ci aspettiamo anche un sostegno tangibile ai gestori e a tutti gli operatori che ogni giorno, con dedizione e sacrifici, si adoperano per garantire assistenza agli ospiti anziani delle nostre RSA, che rappresentano le nostre radici. Facciamo in modo che questo Natale, nonostante la pandemia, sia sempre un Natale ricco di amore e solidarietà anche per i nostri cari anziani ospiti delle tante case di riposo sparse su tutto il territorio piemontese.