Cuneo – Se nemmeno l’alluvione “sprona” chi di dovere a intervenire (anche sul piano normativo e burocratico), che cosa deve ancora avvenire affinché la sicurezza del territorio torni seriamente tra le priorità nell’agenda di governo? Se lo chiedono le organizzazioni di categoria, se ne fa portavoce Confagricoltura Cuneo, che richiama le istituzioni nazionali a intervenire con soluzioni urgenti e concrete per chi fa agricoltura e impresa su un territorio fragile come la Granda.
“Basta promesse – tuonano i referenti dell’organizzazione professionale agricola -, servono fatti concreti da parte della politica nazionale di Governo e se neppure un evento eccezionale e devastante come l’alluvione che ha colpito qualche giorno fa la nostra provincia è in grado di far mettere mano a leggi e norme inadatte per una corretta gestione del territorio, cosa ancora deve accadere? Servono programmi di manutenzione dei corsi d’acqua per mettere in sicurezza intere aree della nostra provincia, prevenendo dissesti idrogeologici che ogni anno causano danni ingenti alle imprese e all’agricoltura. Purtroppo parliamo sempre degli stessi necessari interventi che tuttavia non vengono effettuati e programmati. I nostri imprenditori che lavorano in zone marginali con grande spirito di sacrificio e ostinazione fanno del loro meglio per preservare e manutenere questo ambiente, ma ora hanno bisogno di aiuti concreti e celeri e interventi definitivi. Non è in gioco solo la perdita, pur importante, del reddito economico, ma tutto un sistema dalla forte valenza sociale che se non adeguatamente sostenuto per ripartire anche questa volta, rischia di sgretolarsi lasciando un vuoto difficilmente colmabile, specie sulle nostre montagne e colline. Spiace anche constatare che il territorio cuneese, anche questa volta, sia stato dimenticato dai leader politici nazionali e di Governo, non presentatisi neppure a visitare sul campo i tanti danni provocati da questa ennesima calamità”.
Sul problema, Confagricoltura “tira in ballo” anche un altro problema annoso: la gestione della fauna selvatica. “I danni sono ingenti in tutta la provincia. Siamo stufi di lanciare appelli che puntualmente rimangono inascoltati dalla politica nazionale. È il momento di decisioni concrete e immediate poiché, come ribadiamo da ormai troppo tempo, la situazione è al collasso e la responsabilità è politica. Occorre anzitutto rivedere la legge nazionale sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia (n. 157/1992), non più idonea a regolare l’attuale scenario. Servono poi azioni più immediate e incisive che prevedano, durante tutto l’anno ed in qualsiasi momento, la possibilità di intervento anche da parte di figure appositamente formate, in aggiunta a quelle già autorizzate, che possano così intervenire il più celermente possibile specialmente nelle situazioni di cronica criticità. Bisogna assolutamente riportare la situazione nei binari della normalità. È una questione che riguarda tutta la comunità viste anche le drammatiche conseguenze che ha sulla pubblica sicurezza dei cittadini”.