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Venerdì 22 novembre 2024

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Referendum sul taglio dei parlamentari si vota domenica e lunedì

Non conta quanti andranno a votare. Se nella scheda referendaria si risponde Sì, si sostiene il taglio di 345 parlamentari (115 senatori e 230 deputati). Con il No, tutto rimane come ora

La Guida - Referendum sul taglio dei parlamentari si vota domenica e lunedì

Cuneo   Sono 444.974 gli elettori cuneesi chiamati alle urne domenica 20 e lunedì 21 settembre per il referendum confermativo costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari. In provincia 30.964 di questi elettori voteranno anche le elezioni amministrative in 19 Comuni.
È un ritorno ai due giorni di elezioni, la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15, per evitare assembramenti ai 692 seggi e diluire maggiormente l’afflusso alle urne. Hanno diritto di voto i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali che avranno compiuto 18 anni entro il 20 settembre.
Per votare è necessario presentarsi al seggio indicato (85 sono quelli cambiati dai sindaci per l’emergenza e per garantire la continuità delle lezioni nelle scuole) nella propria tessera elettorale, muniti di documento di riconoscimento in corso di validità e tessera elettorale e rigorosamente con mascherina.
È il quarto referendum costituzionale proposto in Italia e, a differenza dei referendum abrogativi, non è previsto alcun quorum per validarne l’esito, cioè non esiste una soglia minima di partecipanti al voto al di sotto della quale la consultazione non sarebbe ritenuta valida. Quindi, a prescindere dal numero dei votanti, la riforma sarà approvata definitivamente se ci saranno più Sì o sarà respinta se vinceranno i No. Se nella scheda referendaria si risponde Sì, si sostiene il taglio di 345 parlamentari (115 senatori e 230 deputati). Con il No, tutto rimane come ora.

La scheda di colore celeste riporta la scritta: “Approvate il testo della Legge Costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?”.

La legge sul taglio dei Parlamentari è stata approvata in via definitiva l’8 ottobre 2019 e il referendum confermativo doveva svolgersi già il 29 marzo scorso ma è stato rinviato per l’emergenza Covid-19. La “riforma Fraccaro”, dal nome del sottosegretario dei 5 Stelle primo firmatario del provvedimento, cambia il rapporto numerico di rappresentanza sia alla Camera dei deputati. Questo comporterà la necessità di ridisegnare con un’altra legge, i collegi elettorali, sia quelli uninominali, sia quelli plurinominali, della legge attualmente vigente, il Rosatellum.

Il referendum è costituzionale perché dovrebbero essere modificati i tre articoli della Carta costituzionale, gli articoli 56 e 57, riguardanti rispettivamente la composizione della Camera e del Senato e l’articolo 59 sui senatori a vita. Se vincesse il Sì, i parlamentari passerebbero dagli attuali 945 a 600: i deputati alla Camera si ridurrebbero da 630 a 400, mentre i senatori passerebbero da 315 a 200. In Piemonte alla Camera si passerebbe da 23 a 15 eletti nel collegio Piemonte 1 e da 22 a 14 nel collegio del Piemonte 2, a cui appartiene anche Cuneo. Di questi i collegi uninominali passerebbero da 9 a 5 e da 249.753 a 449.556 piemontesi come popolazione media per collegio per il Piemonte 1 (il plurinominale da 14 a 10) e da 8 a 5 e da 264.517 a 423.227 di popolazione media per il Piemonte 2 (il plurinominale da 14 a 19).  In Senato i piemontesi eletti passerebbero da 22 a 14 di cui da 8 a 5 per l’uninominale (con popolazione media per ogni singolo senatore che si alza da 545.489 a 872.783) e da 14 a 9 per i plurinominali.
Un’altra conseguenza del taglio dei parlamentari si avrebbe sull’elezione del Presidente della Repubblica: oggi viene scelto da 945 parlamentari eletti, dai senatori a vita e da 58 delegati regionali, e dunque da un’assemblea composta da almeno 1.003 grandi elettori. Viene invece modificato l’articolo 59 della Costituzione sui senatori a vita introducendo la dicitura “al massimo fino a 5 di nomina presidenziale”.

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