A bordo di un mercantile postale in viaggio da Amburgo ai fiordi norvegesi ci sono appena cinque passeggeri, anche se la nave d’estate arriva a trasportarne fino a cento, ma siamo a fine febbraio e il clima non promette certo niente di buono, anzi.
Il taciturno, esperto e spigoloso capitano Petersen fiuta odore di guai fin dalla partenza, quando incrocia il terzo ufficiale, un giovane spaurito appena uscito dalla scuola navale, e quando si imbatte nel nuovo carbonaio, reclutato al volo tra i vagabondi presenti sulla banchina. La certezza di aver avuto ragione arriva presto: un passeggero misterioso diventa subito introvabile, un altro viene ucciso, una donna fatale suscita attenzione, ma anche mistero, dei soldi spariscono e sono pochi quelli che possono dirsi davvero al di sopra di ogni sospetto.
Intanto la nave prosegue il suo viaggio, le giornate si accorciano fino quasi a confondersi con la notte, e il mare diventa sempre più gelido e agitato e annuncia la tempesta in arrivo.
Uno dei primi romanzi di Simenon, scritto a 27 anni, è un noir in piena regola, ambientato, per una volta, non tra il fumo delle sigarette o delle pipe dei bistrot di Parigi, ma nella nebbia che accompagna il viaggio di una nave di porto in porto nel mare del Nord. Gli ingredienti ci sono tutti e la maestria è già quella del grande autore: lo stile, la capacità di immergersi in atmosfere torbide, di tratteggiarle con parole esatte e di condurre il lettore sul parapetto di quel postale diretto a nord, tanto da riuscire quasi a sentire sulle mani il gelo di quel mare che lo circonda come una minaccia silenziosa, di intuire il mal di mare in arrivo e di riconoscere gli odori della nave, con il suo carico di pesce, di carne salata e di uomini. Simenon, come nei tanti libri che scriverà in seguito, racconta l’animo umano e quello del Passeggero del Polarlys è un mercantile su cui il lettore può salire senza indugio, con la certezza di essere in buone mani.
Il passaggero del Polarlys
di Georges Simenon
Adelphi
17 euro