Un padre, fedele ebreo ortodosso, muore a Brooklyn e spetta al figlio rispettare la tradizione e piangerlo e pregarlo, secondo un rituale ben preciso dal quale è impossibile sottrarsi: recitare il Kaddish del lutto per undici mesi, lui primogenito maschio. È un impegno che Larry non è in grado assolutamente di mantenere. Da tempo non vuole più saperne della rigida educazione secondo la quale è stato formato, si dichiara ateo, a differenza della sorella Dina che è rimasta radicalmente ancorata alla fede dei padri. Larry non ci pensa su due volte, cerca qualcuno che a pagamento sia disposto a recitare la preghiera al posto suo e grazie al web a quel kaddish.com del titolo, cerca il sostituto. E lo trova subito nel giovane Chemi. Ma poi… qualcosa cambia. Il rovello del pentimento arriva inaspettato e mette in moto un sentimento di tormento interiore difficile da spegnere per cui bisogna ritornare al passato, espiare la colpa di non essere stato figlio devoto. La situazione si complica e diventa paradossale quando, vent’anni dopo, Larry che da ateo anticonformista diventa fedele ebreo che vive una vita secondo tutte le regole e usi del caso, si rende conto dell’errore commesso e quindi cerca di rintracciare quel Chemi che aveva pregato al posto suo. Vuole riprendersi i propri diritti di primogenito per la sua serenità spirituale. E in questa ricerca succede di tutto, usa qualsiasi mezzo ma per lui diventa un’ossessione compulsiva, fino a raggiungere un epilogo tragicomico nel finale.
Un romanzo intelligente, profondo e divertente allo stesso tempo, in cui Englander mette di fronte l’uomo contemporaneo alle domande universali, al valore della preghiera, mostrando le nostre debolezze e la paura dell’ignoto. Non c’è soluzione ma una strada sì, imparare l’arte del perdono, nei confronti degli altri e di se stessi.
Kaddish.com
di Nathan Englander
Einaudi
18,50 euro