L’albero genealogico di una famiglia, quando non si tratta di qualche personaggio che ha lasciato una chiara impronta storica, è per lo più una questione privata. Legami di sangue e di affetti intessono gli snodi su cui si muove una curiosità fervida di emozioni, ricostruiti per ritessere una trama che il tempo ha saputo cesellare nel silenzio degli anni, nell’umiltà di un nascere e un morire perso tra i tanti. Su questa trama si fissano le tappe di un cammino verso il presente nella consapevolezza che anche questo è solo una tappa destinata a essere superata.
Lungo questa strada si è messa Marilena Diale quando ha cercato di ricostruire la storia della sua famiglia. Il desiderio, confessa, è “capire e scoprire il cammino di tante persone, immaginarle in contesti storici diversi dal mio, pensarele immerse nella vita quotidiana” in una “intrusione non autorizzata”, di cui però ha chiesto spiritualmente il permesso.
Un punto di partenza: quello di suo padre. Poi il cammino a ritroso nei secoli, il nonno, il bisnonno fino al documento più antico del 1563, inseguendo una serie di ramificazioni che allargano il cerchio delle ricerche e conducono al Fossanese fino all’Albese.
Eppure in questa storia di famiglia si coglie un’impostazione che dà il senso di un altrove più grande con cui è comunque necessario confrontarsi per capire: la famiglia non è un qualcosa di intangibile dal mondo esterno. Anzi, ci vive immersa.
L’introduzione dà la doppia dimensione del particolare inserito nel generale che sarà la costante delle pagine successive. Ciò spiega gli accenni all’alimentazione, alle condizioni igieniche, all’illuminazione perfino al clima dei secoli passati. Come dire che i Diale (e ogni famiglia) non sono l’eccezione: per loro la Storia non “chiude un occhio”.
Così l’autrice fa della cronologia della sua famiglia una porzione, pur piccolissima, del mondo. Per questo ogni capitolo segna uno snodo di questo albero, ma si conclude sempre spalanca una finestra su quanto vicino e lontano sta accadendo. Così, per esempio, mentre “loro rivoltano le zolle”, altrove si tiene il Concilio di Trento, vivono e operano Galileo e Caravaggio.
Non è mera curiosità cronologica. È piuttosto il cogliere l’articolazione della vita come un tutto che si manifesta in infinite forme. Piccolo e grande si specchiano, umili e potenti sono facce della stessa medaglia che è l’esistenza umana nella consapevolezza di quanta saggezza ci sia nel “tutto scorre” di Eraclito che suggella il libro.
I miei antenati
di Marilena Diale
Primalpe
13 euro