Cinquanta giorni dopo la Pasqua si celebra l’effusione da parte del Risorto dello Spirito Santo, dono offerto perché la parola evangelica possa essere vissuta personalmente e come comunità. Nella preghiera del Credo, tutti i credenti dicono di credere nello Spirito Santo. Anche se, come lamentarono durante il Concilio Vaticano II i Padri conciliari, lo Spirito Santo sembra essere ancora un “Illustre sconosciuto”, o il grande dimenticato, colui che per i cristiani non è assente, ma passa sotto silenzio.
Per riscoprire questa presenza, per pregare lo Spirito, per conoscere la sua azione è utile la lettura del libro di don Gianni Falco (sacerdote cuneese, parroco nella chiesa di San Paolo) intitolato “Il vento e il fuoco”, L’Artistica editrice. Libro che porta la Prefazione di Maria Pia Garavaglia, già ministro della Sanità (1988 – 1992).
A guidare (potremmo anche dire “illuminare”) la riflessione di don Gianni è la bellissima Sequenza allo Spirito Santo che si legge in tutte le chiese il giorno di Pentecoste, prima della proclamazione del Vangelo: “Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni padre dei poveri…”. Sequenza che viene attribuita all’arcivescovo di Canterbury Stephen Langton, che risale al 1220 circa.
Per ogni invocazione dell’Inno, don Gianni offre dei commenti, brevi ed incisivi, riflessioni – scrive l’Autore nell’Introduzione – tratte da padre Alfred Delp, gesuita tedesco che collaborò alla resistenza contro il regime nazista. A dargli la forza di resistere e la serenità per attraversare questo momento, come attestò lui stesso, fu proprio lo Spirito Santo.
Un libro da consigliare, quindi, per invocare, pregare lo Spirito. E anche per “imparare ad osservare il suo agire quotidianamente nella nostra realtà esistenziale. Lo Spirito soffia sempre dove e come vuole; sta a noi essere attenti, umili e silenziosi, per riuscire ad afferrarlo quando ci passa vicino”, come scrive Maria Pia Garavaglia nella Prefazione.
Il vento e il fuoco
di Gianni Falco
L’Artistica