Borgo San Dalmazzo – Sono una quarantina gli operatori sanitari cuneesi che lavorano nelle strutture sanitarie della val Roya, da Tenda a Breil. Infermieri ma anche Oss che prestano la loro opera in case di riposo, piccoli ospedali, cliniche psichiatriche, residenze sanitarie per disabili. Lavorano su turni di dodici ore e ogni giorno si trovano a dover superare il valico di Tenda per raggiungere il posto di lavoro o per tornare a casa. Ma da qualche tempo il viaggio è diventato sempre più difficile, tanto da assumere i contorni di un’odissea.
“Ormai, sempre più spesso – racconta Andrea Gribaudo, infermiere di Borgo San Dalmazzo che da quattro anni lavora in una clinica di Saorge – il tunnel viene chiuso per problemi vari. Chiusure improvvise, senza preavviso, che durano anche più giorni, bloccando completamente il collegamento. Ci sarebbe l’alternativa del treno: ma siamo passati dai sedici collegamenti giornalieri prima del 2012 ai due per tratta fino alla cancellazione completa di queste settimane, con nessun treno operativo”.
Non resta che ricorrere a lunghe deviazioni in auto verso la Torino-Savona o il colle di Nava per arrivare a Ventimiglia e poi risalire la Val Roya, sperando che nel frattempo non sia caduta qualche frana. Peggio ancora quando le chiusure scattano di notte. A quel punto diventa impossibile raggiungere il luogo di lavoro o almeno arrivare puntuali. Non resta che sperare nella clemenza del datore di lavoro, che comunque ne avrà un danno e, a catena, i pazienti, i colleghi e così via.
I transfrontalieri della sanità lanciano un appello. “Vorremmo far arrivare la nostra voce alla Regione Piemonte, a chi si occupa di trasporti a livello istituzionale – aggiunge Gribaudo -: devono farsi carico del problema e trovare una soluzione!”. E avanzano anche un paio di proposte: “Visto che per il nuovo tunnel stradale i tempi saranno lunghissimi, chiediamo che venga al più presto ripristinato il collegamento ferroviario, con una corsa al mattino e una la sera, come avveniva in passato. Così non saremo costretti a dover lasciare il nostro impiego per una negligenza istituzionale. O perché non ripristinare il servizio navetta con trasporto auto da Limone a Vievola già sperimentato negli anni ’60? Se ne avvantaggerebbero anche le molte imprese cuneesi cha lavorano in Costa Azzurra” (foto di Giorgio Bernardi).