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Venerdì 22 novembre 2024

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Perché il Comune non anticipa la cassa integrazione?

Gli ammortizzatori sociali sono in ritardo, le famiglie soffrono e il Comune di Ravenna ha deciso un aiuto concreto subito. Cuneo potrebbe imitarlo con l'appoggio della Fondazione Crc

La Guida - Perché il Comune non anticipa la cassa integrazione?

Cuneo – Perché il Comune di Cuneo, magari anche chiedendo la partecipazione della Fondazione Cr Cuneo, non fa come Ravenna e anticipa la cassa integrazione che è in ritardo?

Il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, 35 anni, che il sindaco Borgna ben conosce perché De Pascale è anche presidente dell’Unione delle Province italiane, ha preso una decisione coraggiosa ma che guarda alle esigenze reali dei suoi cittadini per affrontare la fase 2 dell’emergenza covid. Ha deciso da domani di anticipare la cassa integrazione per i suoi cittadini e mettere a disposizione subito un milione e mezzo di euro per le prime 1.500 domande, cifra che potrà crescere ulteriormente.

Da domani 11 maggio sul sito del Comune ci sarà un format che consentirà ai cittadini ravennati che hanno già approvata la domanda di cassa integrazione o bonus, di chiedere un anticipo di mille euro, che dovranno restituire quando lo Stato pagherò, entro il 30 novembre 2020, in quattro rate da 250 euro l’una con prima scadenza al 31 agosto. Per il controllo il Comune ha fatto un accordo con l’Inps di Ravenna e con la Camera di commercio per una verifica incrociata di ogni dato inserito, una verifica in tempo reale con deposito sul conto dei 1000 euro in 48 ore.

“Non può il Comune avere le casse piene e la famiglie i conti vuoti – ha scritto il sindaco De Pascale sul sito del Comune -. Da settimane riceviamo grida di allarme da cittadini e cittadine, dipendenti e autonomi che non stanno ricevendo nessun tipo di ammortizzatore sociale, pur avendone diritto. Purtroppo in questa emergenza senza paragoni, in alcuni casi i meccanismi di sostegno si sono inceppati, provocando di conseguenza ritardi che si abbattono pesantemente sulle famiglie. I cittadini hanno dato fondo ai loro risparmi, ai fidi e ai prestiti; con i buoni spesa abbiamo tamponato una prima parte dei bisogni, ma ora la situazione si è seriamente aggravata”.

Cuneo potrebbe fare lo stesso, magari con lo steso accordo con Camera di Commercio e Inps e magari con il sostegno, se ne avesse bisogno, della liquidità della sempre vicina al territorio Fondazione Crc.

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