L’Istituto Superiore della Sanità pubblica periodicamente un’infografica che riporta alcuni dati sul contagio più di dettaglio rispetto a quelli diffusi dalla Protezione Civile. In quella del 27 aprile compare un grafico che riporta, per metterli a confronto, l’andamento cronologico dei casi di contagio per data della diagnosi e per data di inizio dei sintomi (figura. 1).
Mediante l’elaborazione di questi dati è possibile determinare la distanza temporale tra sintomi e diagnosi mediante tampone in forma di distribuzione statistica. Dai calcoli emerge che il ritardo ha il suo massimo a 5 giorni, ma spesso arriva a superare i 20 giorni. Analogamente si determina un ritardo medio di 8 giorni tra diagnosi e decesso.
Considerato che la curva dei sintomi precede temporalmente quella dei contagi, tramite la prima possiamo provare ad anticipare la seconda (figura 2).
Dal grafico si vede che attualmente i casi diagnosticati hanno superato le 200.000 unità; l’orizzonte che si può prevedere, se l’andamento si manterrà come l’attuale, è di 250.000 casi complessivi. Dal 12 maggio si dovrebbe scendere sotto i 1.000 casi giornalieri (ad oggi siamo a circa 2.000), per arrivare a meno di 100 bisogna attendere la metà di giugno.