Oro nero, energie fossili, petrodollari, interessi geostrategici, prezzo della benzina, sono alcuni aspetti legati al petrolio che hanno riempito le pagine della nostra recente storia e hanno orientato non solo i rapporti internazionali e le politiche di tanti Paesi ma hanno disegnato i nostri modi di vivere, di viaggiare e di consumare. Hanno avuto un ruolo importante nel segnare le differenze fra ricchi e poveri e hanno soprattutto portato il Pianeta a soffocare nell’inquinamento e a subire cambiamenti climatici.
L’arrivo improvviso del coronavirus ha scombussolato questo enorme castello che si pensava solido e incrollabile. Circa la metà degli abitanti del Pianeta vive chiusa in casa da più di un mese, i mezzi di trasporto sono fermi e l’economia gira al rallentatore. Ieri, il prezzo del petrolio è crollato cosi’ in basso da toccare, per un breve periodo, valori negativi. Significa che le eccedenze di petrolio erano tali che investitori e speculatori si sono ritrovati a dover pagare acquirenti disposti a comprare petrolio per riequilibrare un’ingente offerta e una richiesta ridotta al minimo.
Che sia giunto finalmente il momento di ripensare e investire seriamente in un futruro verde, accelerando la transizione verso un altro sistema energetico, rinnovabile e più rispettoso dell’uomo e del Pianeta ? Altro messaggio in codice che ci manda il coronavirus.