Cuneo – Mentre torna ad accendersi, anche a livello locale, il dibattito sulla tecnologia 5G (la “quinta generazione”, il nuovo standard di trasmissione della telefonia mobile, per un’enorme mole di dati) per quanto riguarda Cuneo e il suo territorio al momento non sono in vista sperimentazioni.
La questione è stata sollevata in questi giorni anche dalla costituzione del gruppo Facebook “Stop 5G Cuneo”, che in un paio di giorni ha superato i duemila aderenti e promuove raccolte di firme e iniziative per contrastare la diffusione di questa tecnologia sul territorio, sull’onda di movimenti d’opinione simili in altre città e in altri Paesi.
Riscontri, per quanto riguarda il capoluogo, a tutt’oggi non ce ne sono: alla data di oggi (giovedì 9 aprile) non sono pervenute in Comune istanze di richiesta da gestori di telefonia mobile per avviare la sperimentazione. L’iter si configura come quello di una semplice “comunicazione” all’ente, mentre per le autorizzazioni conta il parere tecnico dell’Arpa (che al momento non è stato negativo in altre zone, ad esempio nell’area torinese).
Per quanto riguarda il resto della Granda, le prime disposizioni nazionali avevano inserito dieci piccoli Comuni della nostra provincia tra i 120 in cui poteva essere autorizzata la sperimentazione: Isasca, Paroldo, Brondello, Trezzo Tinella, Cerretto Langhe, Roascio e Marsaglia, oltre a Sambuco, Valloriate e Valmala (ora accorpata con Busca); al momento tra i “papabili” risulterebbero soltanto gli ultimi tre.
Come succede per altre questioni tecnologicamente complicate e socialmente complesse, anche qui si scatenano “bufale” o comunque considerazioni non verificate (con tanto di annunciati nessi causali con la diffusione del coronavirus oppure con la moria di uccelli, insetti e altri animali).
La questione sollevata con più forza è quella dell’inquinamento elettromagnetico, con la richiesta di affermare il principio di precauzione, in attesa di rassicurazioni dal mondo scientifico tali da escludere rischi per la salute riconducibili a questa tecnologia. Va comunque considerato che le normative in materia sono al di fuori della competenza degli enti locali, che sostanzialmente si limitano a “prendere atto” di provvedimenti definiti in altre sedi istituzionali.