Cuneo – Si conoscevano già da ragazzi, ma da tempo si erano persi di vista. Poi, nel 2015, si erano ritrovati e innamorati. Poco dopo la convivenza e, a maggio del 2016, il matrimonio. Da qual momento per F.P. giovane 23enne cuneese che ha denunciato T.S. per maltrattamenti in famiglia, è iniziato l’incubo. La donna ha deposto oggi in Tribunale alla prima udienza del processo in cui è imputato l’ormai ex convivente con il quale è in corso una causa di divorzio. “Non avevo più una mia vita – ha riferito la donna – mi proibiva di vedere le amiche che diceva fossero poco di buono e la mia famiglia che a lui non piaceva”. F.P. ha poi riferito gli episodi di violenza alla base della denuncia oggetto del processo. Il marito in più occasioni l’avrebbe picchiata con schiaffi, calci e pugni, “una volta perché uscendo dal lavoro avevo fatto la spesa in un supermercato diverso da quello dove andavo sempre”. Le violenze sarebbero iniziate già nell’estate del 2016, dopo un mese di matrimonio. “Una volta mi picchiò perché ero andata al lavoro con una gonna che secondo lui era troppo trasparente”. Nel corso della loro convivenza più volte la donna dovette cambiare il telefono e il numero, “una volta avevo comprato delle cose su internet e il fattorino mi aveva chiamato per la consegna. Lui si ingelosì e mi spaccò a calci il telefono”. L’ultimo episodio risale al dicembre del 2017, quando T.S. l’avrebbe presa a schiaffi e pugni provocandole una lesione al labbro e ferite ai polsi, tenuti stretti dall’uomo mentre la picchiava. A gennaio del 2018, nell’impossibilità di pagare l’affitto di casa poiché la donna, che era l’unica a lavorare, stava per essere licenziata, i due tornarono dai rispettivi genitori. A quel punto la donna decise di rivolgersi a un avvocato per avviare la pratica di divorzio e denunciare il marito. Degli episodi riferiti in aula dalla donna solo un’amica e collega di lavoro era a conoscenza, “Non sono mai andata in ospedale e con i miei genitori negavo che ci fossero problemi. A loro non piaceva mio marito. Mia madre mi chiese più volte se mi picchiava ma io negavo sempre”. Alla prossima udienza del 23 giugno saranno chiamati a testimoniare dieci persone, tra cui i familiari dei due, i vicini di casa e alcuni amici.