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Venerdì 22 novembre 2024

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Assolta badante a processo per circonvenzione d’incapace

La parte civile ha chiesto un risarcimento di 40.000 euro ma il giudice ha deciso di assolvere la donna perchè il fatto non sussiste

La Guida - Assolta badante a processo per circonvenzione d’incapace

Mondovì – Si è concluso con un’assoluzione il processo a carico di B.B., signora monregalese accusata di circonvenzione d’incapace ai danni della donna  di cui si era occupata tra il 2010 e il 2014 e dalla quale ricevette 50.000 euro. In quel periodo l’anziana signora aveva affrontato un delicato intervento chirurgico che l’aveva ridotta in un forte stato di depressione, come ha testimoniato in aula la dottoressa che l’aveva in cura, “era lucida e presente a se stessa, anche se non aveva voglia di fare niente e stava sempre a letto”. La donna che era costituita parte civile al processo dichiarò di aver prestato quei soldi alla badante, anche se in quel periodo era un po’ confusa. A suscitare perplessità anche un assegno intestato ad una delle due figlie della badante, che però non aveva mai avuto rapporti lavorativi con la signora mentre l’altra figlia della badante aveva qualche volta sostituito la madre e per questo era stata regolarrmente pagata. A conclusione dell’istruttoria il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 2 anni e 2 mesi di reclusione e la parte civile ha chiesto un risarcimento di 40.000 euro. La difesa ha invece chiesto l’assoluzione poichè nessuno ha mai parlato di incapacità anche parziale di comprendere o esprimere la volontà, nè è stato fatto un incidente probatorio o una valutazione delle condizioni della signora.  Anche in merito alle cifre oggetto del processo, la difesa ha rilevato che non è stata raggiunta alcuna certezza, poichè l’accusa ha parlato di un prestito di 50.000 euro mentre la parte civile ha chiesto un risarcimento di 40.000 euro. Il giudice ha deciso così di assolvere la donna perchè il fatto non sussiste. “La mia assistita è felice – ha detto l’avvocato Thomas Bassino – che si sia pervenuti ad una sentenza assolutoria con formula piena. Spesso i processi si trasformano per loro natura in una forma di sorta di pena, ma non poteva arrivare pronuncia più favorevole”.

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