Cuneo – “Il 27 gennaio alle 15, nell’ora della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, accendiamo una candela e preghiamo per le persone uccise nei campi di sterminio di tutte le nazionalità e religioni e per i loro parenti. Possa la nostra preghiera accrescere la riconciliazione e la fraternità, di cui l’ostilità, i conflitti distruttivi e i malintesi alimentati sono l’opposto. Possa la forza dell’amore di Gesù Cristo prevalere in noi”.
È questo l’invito rivolto dalle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea nel Giorno della Memoria.
In una dichiarazione, i Cardinali Angelo Bagnasco, Jean Claude Hollerich, Vincent Nichols e l’Arcivescovo Stanislaw Gadecki lanciano un appello al mondo moderno “per la riconciliazione e la pace, per il rispetto del diritto di ogni nazione a esistere e a vivere in libertà, a vedere riconosciuta la propria indipendenza, a mantenere la propria cultura”. E sottolineano come “il 75° Anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, nello spirito delle parole di Papa Francesco, ci obbliga a contrastare con forza tutti gli atti che minacciano la dignità umana: razzismo, xenofobia e antisemitismo… Nonostante le drammatiche esperienze del passato, il mondo in cui viviamo è ancora soggetto a nuove minacce e manifestazioni di violenza. Guerre crudeli, casi di genocidio, persecuzioni, e diverse forme di fanatismo continuano a verificarsi, anche se la storia ci insegna che la violenza non porta mai alla pace, ma, al contrario, provoca altra violenza e la morte. Bisogna ricordare – continuano i prelati – che, anche se dopo la Seconda guerra mondiale la riconciliazione tra le nazioni sembrava umanamente impossibile, uniti nell’amore di Gesù Cristo, siamo stati capaci di perdonare e di chiedere perdono. Lo dimostra la lettera del 1965 dei vescovi polacchi ai vescovi tedeschi. L’esperienza del passato insegna quanto sia importante e fruttuoso costruire un’Europa di nazioni riconciliate e che si perdonano a vicenda”.
Nel documento vengono quindi riportate le dichiarazioni rilasciate dai papi Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco in occasione delle rispettive visite al campo di concentramento e sterminio di Auschiwitz-Birkenau, dove un milione di ebrei, decine di migliaia di polacchi (circa 75.000), di rom (21.000), di russi (15.000) e diverse migliaia di prigionieri di altre nazionalità persero la vita.