Saluzzo – Il 17 agosto 2017 avvicinò un uomo in sedia a rotelle per chiedergli una sigaretta e mentre quello era distratto gli sottrasse il telefono cellulare. Qualche settimana più tardi la scena si ripeté allo stesso modo, ma questa volta la vittima riuscì a fermare un amico che passava di lì in auto e a mettersi in salvo. La vittima del furto era Luca Cadorin, 41enne saluzzese affetto da tetraplegia e costretto in sedia a rotelle, che solo un anno dopo questi fatti morì per un colpo di bastone infertogli dall’anziano padre. In caserma Cadorin riconobbe tra le foto quella di A. B. F., l’uomo che qualche settimana prima gli aveva rubato il cellulare e che lo aveva avvicinato con la stessa scusa della sigaretta anche quel pomeriggio. Anche l’amico riconobbe A. B. F. che venne così indagato dai Carabinieri. Al processo di oggi (venerdì 24 gennaio) ha testimoniato l’amico di Cadorin. L’uomo ha ricordato che il 3 settembre, passando in auto per le vie di Saluzzo vecchia, vide l’amico in sedia a rotelle il quale, molto agitato, gli faceva cenno di fermare l’auto. Lui non aveva capito che cosa era successo ma accompagnò l’uomo dai Carabinieri per la denuncia. L’accusa ha chiesto per l’imputato una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione, mentre la difesa ribadendo che il furto non sarebbe avvenuto con violenza ma semplicemente infilando una mano in tasca, ha chiesto la derubricazione del fatto in furto semplice; richiesta accolta dal giudice che ha condannato l’imputato a otto mesi di reclusione.