Cuneo – Coldiretti Cuneo contro Regione Piemonte. Il contendere è la nuova designazione di “zone vulnerabili da nitrati” che coinvolge in provincia di Cuneo oltre mille ettari di superficie agricola. La Regione Piemonte ha recepito la direttiva europea relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, adottando alcune misure per il contenimento dei nitrati nell’ambiente con un regolamento in cui si stabilisce che le aziende agricole interessate debbano adottare le indicazioni di coltivazione e di allevamento stabilite dal regolamento stesso. Il vincolo più rilevante per l’attività agricola è l’imposizione di un limite massimo annuo all’apporto di azoto di origine zootecnica, ma non solo anche investimenti strutturali.
Coldiretti chiede alla Regione, dopo l’incontro avvenuto ieri in Regione, che non siano ancora una volta le imprese agricole e zootecniche cuneesi a pagare il prezzo per l’inquinamento generato principalmente da altri soggetti. Perché l’ampliamento delle zone vulnerabili da nitrati imporrebbe, infatti, alle aziende agricole e zootecniche nei territori coinvolti di sostenere rilevanti investimenti strutturali, con maggiori costi di gestione, al fine di adattare le proprie strutture di stoccaggio.
“Gli assessori all’ambiente e all’agricoltura Marnati e Protopapa – dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – hanno dimostrato finora di non voler aprirsi a nessun tipo di confronto. Un atteggiamento che denota la mancanza di attenzione ad una problematica che, invece, ha una grande importanza per le nostre imprese, soprattutto in termini prospettici. Chiediamo di mettere a disposizione tutte le risorse disponibili, che non possono essere soltanto quelle riconducibili al PSR”.