Cuneo – Nuova udienza nella mattinata di oggi, venerdì 8 novembre, al Tribunale di Cuneo per l’omicidio di Entracque, in cui perse la vita Angelo Giordana, il 76enne agricoltore e apicoltore cuneese trovato morto nella propria abitazione il 20 gennaio del 2017.
Gli imputati sono S.G. e O.A., due vicini di casa dell’uomo nella borgata di Tetti dietro Colletto, frazione di Trinità di Entracque.
Questa mattina sono stati ascoltati i figli di O.A. che hanno riferito di come erano venuti a conoscenza della morte di Angelo Giordana. G.A. ha dichiarato di averlo saputo dalla madre nella serata del 20 gennaio dopo essere rientrato dal lavoro. Anche l’altro figlio N.A. che non abitava con i genitori, ricevette la notizia della morte del vicino di casa dalla madre che lo avvisò per telefono. Fu una telefonata breve, cui più tardi nella serata ne seguì una più concitata: i Carabinieri avevano chiesto al papà di N.A. di andare in caserma per essere ascoltato e il ragazzo decise di recarsi dalla madre per tranquillizzarla. Passò anche davanti al luogo del delitto e rimase impressionato dalla quantità di militari e uomini della Scientifica in tuta bianca che si muovevano intorno alla casa di Angelo Giordana. Da due di loro sentì dire che il Giordana era stato trovato nudo e malconcio e più tardi riferì ai familiari quello che aveva ascoltato. Il giorno dopo mentre era al lavoro ricevette una nuova telefonata dalla madre che gli disse che i Carabinieri volevano perquisire la loro casa. Lui si recò dalla madre e assistette alla perquisizione, “un mio amico in consiglio comunale mi suggerì di chiamare un avvocato – ha riferito il ragazzo – intanto un maresciallo uscì dalla cucina con due piatti blu e ci disse che eravamo spacciati, poi al bagno prese una maglietta e un asciugamano con macchie di sangue e fece un altro gesto eloquente. Mi sono spaventato ma non sono riuscito a reagire. Intanto era arrivata l’avocatessa Quaranta che ci disse di chiamare un medico legale”.
È stata poi ascoltata la fidanzata di N.A., la quale ha raccontato di aver assistito alla seconda telefonata del 20 gennaio tra la madre e il suo convivente, ma di non essere riuscita a capire esattamente di cosa si trattava. Lui era subito uscito e lei si era addorrmentata. Solo più tardi nella notte quando tornò a casa N.A. le raccontò quello che era successo.
Infine è stato ascoltato anche il veterinario che aveva visitato il cane di Angelo Giordana. L’animale fu trovato all’interno della casa quella sera del 20 gennaio, ma se è vero che stava lì dentro da due giorni insieme al padrone ormai morto, resta da spiegare come mai non siano state trovate tracce di feci o urina all’interno dell’abitazione.