Cuneo – Venerdì 4 gennaio alle ore 21 il Toselli inizia il 2019 teatrale con uno spettacolo tratto da un classico ma rivisionato in forma onirica e visionaria. Si tratta de “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov riscritto per il Teatro Stabile dell’Umbria da Letizia Russo per la regia Andrea Baracco con Michele Riondino nel ruolo di Woland.
Mettere insieme i tre livelli narrativi del romanzo di Bulkagov non è facile: c’è la storia d’amore tra il Maestro e la giovane Margherita, c’è l’apparizione e la discesa nel mondo del Diavolo tra i mortali a Mosca, e il processo a Gesù, la vicenda umana del governatore di Palestina, Ponzio Pilato. Tre storie che si incastrano, guidate dall’affascinante Woland, appunto Riondino, mefistofelico, molto Joker, portatore di luce e conoscenza, quasi un clown satanico e malvagio dalla risata isterica a sottolineare le verità che gli uomini hanno timore ad ammettere a se stessi. Si passa in un attimo dal registro comico alla tirata tragica, dal varietà più spinto all’interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore. Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico, pirotecnico, in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e del sublime.
Un testo importante e difficile che indaga a fondo l’umanità quando “qualcosa o qualcuno arriva a inoculare il seme del caos nelle maglie di una struttura umana formata e solida. Succede che la natura del singolo e, a cascata, la struttura sociale, rivelano le loro parti più nascoste, le loro possibilità inaspettate, le loro contraddizioni impresentabili. Ma a quella forza in grado di sovvertire l’ordine e di abbattere i confini e all’amore tra due esseri umani e alla sua capacità di sopravvivere alla morte ci si aggrappa per dare un senso”, scrive la Russo.