Cuneo – C’era una volta un uomo, che desiderava tantissimo avere un figlio: decise, quindi, di costruire con le proprie mani un burattino di legno, affinché gli facesse compagnia. Il suo nome era Geppetto e la sua storia nasce dalla fantasia di Carlo Collodi nel lontano 1881. Come Geppetto i due protagonisti, Toni e Luca, interpretati da Tindaro Granata, che è anche regista, e Paolo Li Volsi, creano la vita dove non esiste nello spettacolo “Geppetto e Geppetto” che va in scena giovedì 18 dicembre alle ore 21 al Teatro Toselli, spettacolo di teatro contemporaneo della stagione.
È la storia di un moderno Pinocchio, cresciuto da due padri, anch’essi desiderosi di avere un figlio. Una storia inventata, ispirata ai pregiudizi e alle paure della gente incontrate per strada, parlando di omosessualità. Ma non è uno spettacolo-manifesto, evita ogni sorta di posizioni preconcette o forzature dimostrative. Vuole solo far riflettere, e cerca di smontare ogni morale precostituita, sia quella conservatrice che quella ritenuta “progressista”, dove tutto va sempre e in ogni caso bene. Non siamo di fronte a un manifesto politico o uno spot pubblicitario che sponsorizza una posizione piuttosto che un’altra, ma a un testo che indaga con rispetto e onestà intellettuale ogni aspetto della controversa questione, per dare voce a ogni pensiero e posizione.
Lo spettacolo, vincitore del Premio Ubu 2016, l’Oscar del teatro, come Nuovo Progetto Drammaturgico, entra nel vivo del delicato ed attuale dibattito relativo alla “stepchild adoption” e agli “uteri in affitto”, affrontando la spinosa questione in maniera diretta, senza preconcetti ma soprattutto senza troppe facili risposte in virtù di una presunta “modernità” da spingere a tutti i costi.