Farigliano – Nei giorni scorsi Claudio Borra, presidente dell’Associazione L’Aquilone, si è messo in contatto con padre Renato Chiera per far pervenire a La Guida un messaggio vocale di auguri natalizio in occasione della recente apertura della mostra Presepi dal Mondo. Nel ringraziare l’associazione per il tradizionale appuntamento, che apre lo sguardo sull’aiuto, il missionario ha invitato a riflettere su questa mondialità che invece di rallegrarci ci fa paura denunciando nel contempo una situazione particolarmente delicata che minerebbe il futuro del Brasile e di conseguenza quello della “Casa do Menor”. “La mostra – dice Chiera – suscita la solidarietà che conosciamo molto poco, abbiamo paura del futuro, dei migranti, della perdita del lavoro e del benessere ma il più grande business è proprio: la “solidarietà”. E’ grazie a lei che si è potuto aiutare tanti ragazzi, oltre 2000 in progetti di accoglienza, case famiglia, di sviluppo comunitario verso i più fragili e vulnerabili. In passato era importante ma oggi ne abbiamo più che mai bisogno, la situazione è allarmante”. Il dopo Lula ha portato il popolo a votare Jair Messias Bolsonaro, eletto il 28 ottobre. “Si tratta di un governo molto difficile – prosegue – che ha puntato tutto sulla violenza per vincere la violenza. Tutto questo è pazzia pura. Ma la gente per paura della criminalità dilagante ha accettato di votare “Il Mito”, come lo chiamano loro, pensando porti pace. La cosa peggiore, è che tutto ciò non è altro che l’espressione del capitalismo più selvaggio, togliere ai poveri per dare ai ricchi preannunciandosi a favore dell’elite”. Dopo 80 anni sarà eliminato il Ministero del lavoro “A livello sociale – continua – nel programma di governo si pensa di annientare i ragazzi del narcotraffico, i drogati e gli omosessuali. Nei tagli vengono compresi anche gli aiuti alle Ong come la nostra, etichettate come aiutanti e conniventi dei delinquenti. Ci negano la filantropia (concessa a suo tempo per il lavoro sociale), grazie alla quale eravamo esentati dalle tasse patronali sui nostri lavoratori. Adesso dovremo pagare ben 58.000 Reali al mese al governo che oltre a non aiutarci, ci chiede anche i soldi. Per questo io e tutta la Casa do Menor”siamo molto angosciati. Non sappiamo neppure fino a quando riusciremo ad andare avanti. Ho la tristezza nel cuore, lavoro da 40 anni e da 33 sono in questa terra a fianco dei figli del Brasile non amati. Abbiamo aperto tante strutture in 4 stati del Brasile e temiamo di doverle ridurre se non chiuderle. Tale gesto significherà lasciare uccidere altre vittime. Oltre 60.000 tra giovani e famiglie, hanno potuto contare su di un lavoro acquisendo professionalità. L’annuncio di una possibile dittatura si nota dalla censura applicata su alcuni giornali e televisioni. La solidarietà che sembra spegnersi in realtà è nel cuore dell’uomo bisogna solo togliere la cenere per farla uscire fuori. Aiutando ci si sente felici. Vi ringrazio per quanto potrete fare per noi”.