Cuneo – Giustissima e irrinunciabile l’attenzione all’ambiente, ma l’agricoltura ha bisogno di acqua, perché in estate i campi vanno irrigati: sono state comunicate nei giorni scorsi alla Regione leosservazioni al Piano di tutela delle acque, da parte dell’associazione Acque irrigue cuneesi, che raggruppa 18 consorzi irrigui di secondo grado (oltre 300 consorzi irrigui di primo grado, in rappresentanza di oltre 50.000 famiglie di agricoltoriche irrigano circa 120.000 ettari di terreno fertile in provincia).
“Abbiamo esposto in Regione osservazioni particolareggiate per l’aggiornamento del Piano di tutela delle acque”, che sottoponiamo all’assessore cuneese Alberto Valmaggia, nel quale confidiamo per il recepimento dei nostri suggerimenti”, spiega Adriano Paoletti, consigliere dell’associazione Acque irrigue cuneesi.
Ecco i punti di fondo delle osservazioni. Anzitutto, l’associazione rileva “con amarezza che non si parla affatto (almeno chiaramente) della necessità di aumento di risorsa, di ricerca di nuove fonti, di aumento della conservazione della scarsa risorsa per favorirne almeno la disponibilità”.
Inoltre “si insiste molto sul risparmio idrico che è una lodevole intenzione, facendone carico soprattutto a chi produce cibo, senza tener conto che la nostra agricoltura mediterranea è per necessità irrigua, e usa la risorsa per due-tre mesi all’anno, mentre per nove-dieci mesi milioni e miliardi di metri cubi di acqua dolce vanno scaricati in mare”.
“Manifestiamo la nostra insoddisfazione – conclude Paoletti – per queste carenze e la pressoché nulla disponibilità a discutere ai tavoli di concertazione le nostre ragioni e le nostre esigenze, se non a proporre osservazioni in tempi strettissimi a cose fatte. Temiamo nuove limitazioni per l’uso di una risorsa insufficiente a soddisfare i fabbisogni (come il nuovo ‘deflusso ecologico’ che seppellisce il ‘deflusso minimo vitale’ appena maggiorenne). Rileviamo che invece di andare verso il progresso, ci si avvii verso un regresso che prevede più limitazioni che aumenti di risorsa. I consorzi irrigui chiedono più considerazione dalle istituzioni demandate alla redazione del Piano, soprattutto per chi produce cibo e manca di sufficiente acqua per produrlo”.