Due convinzioni stanno alla base di questo libro. La prima: “Il mondo ha ancora molto da offrire” e allora perché non approfittarne? La seconda: “il mondo non si può scoprire da fermi” e allora bisogna mettersi in viaggio.
Con un bagaglio di questo tipo l’autore rimette ordine alle sue riflessioni “nate su strada”, cioè dalla sua personale esperienza di camminatore. La strada, senza restrizioni dall’asfalto al sentiero, non è irrilevante perché, ammette tra le righe, per certi versi relativizza quanto va dicendo. Anzi richiama ognuno al proprio modo di relazionarsi con sé e l’ambiente che attraversa.
Non è necessario affrontare impervi sentieri. Per fare esperienza di quella libertà promessa dal titolo e della meditazione che l’accompagna basta mettersi in cammino.
L’unica condizione è la solitudine, che garantisce il silenzio. Camminare da soli è fare esperienza di concreta libertà: quella di fermarsi quando si vuole, di stravolgere il programma, di allungare il passo o rallentare. Banalità, forse, ma cifre di un modo di andare che evita costrizioni esterne.
Si badi: non è presunzione né rifiuto della compagnia. Piuttosto è risposta al bisogno di silenzio che si manifesta proprio nell’attività del camminare. Non è un isolarsi. Per convincersene basta leggere l’ultimo capitolo dove l’autore confessa che la cosa più bella delle camminate è incontrare le persone.
Un controsenso? No, perché questo andare per sentieri è esperienza strana. Mentre in ambiente urbano “schivarsi, ignorarsi è diventato quasi una regola”, sul sentiero viene quasi d’istinto guardarsi in faccia, fermarsi, scambiarsi informazioni sul tratto che ci aspetta.
Non è necessario neanche riflettere su grandi questioni. A riempire il cammino basta il silenzio dentro e fuori. Il silenzio “è un lusso, ma anche l’unico strumento di cui dispongo per tentare di sbrogliare il caos dentro”. Si scopre anzi che è un silenzio rumoroso. Fruscii, scricchiolii, canti e suoni vari: è “sentirsi addosso la natura”. Si affina la capacità di osservare l’ambiente perché “la natura si impegna non poco a nascondere le cose minime, ma ugualmente degne di attenzione”.
Per questo dedica gli ultimi capitoli a proporre, sempre in base alla sua esperienza, quasi delle piste di osservazione: dalle persone che nel tempo hanno percorso per lavoro i sentieri a resti materiali del passato, dal diverso modo di sperimentare il cammino in base al meteo al misterioso andare notturno alla luce di una lampada frontale. Raramente compaiono consigli. Sono sempre dissimulati nella narrazione. Ancora una volta semplicemente proposti quali frutti di esperienza. Consigli che non diventano mai comandamenti.
Verso la libertà con un bagaglio leggero
di Franco Faggiani
Editrice Aboca
euro 20