Da Cuneo a Barcellona: 3 amici, 900 chilometri, 4 cadute e una passione chiamata bicicletta. Dieci giorni, novecento chilometri, quatto cadute, sei forature, qualche rigurgito dovuto alla fatica, tanto caldo e moltissimo sudore. È questo il bilancio – e insieme il racconto – di un viaggio che da Cuneo ha portato fino a Barcellona, non in aereo né in treno, ma in sella a una bicicletta quatto amici di Cuneo: Flavio Luciano, Giovanni Brignone e Gabriele Pellegrino.
Un percorso suddiviso in dieci tappe, con una media di 90 chilometri al giorno. La parte più impegnativa è arrivata subito: la traversata delle Alpi, il punto con il dislivello più alto. Da lì la discesa verso la Provenza, terra di vento e di colline, con una tappa simbolica: l’ascesa al Mont Ventoux, la “montagna sacra” del ciclismo.
Solo a metà strada, in Camargue, il gruppo ha incontrato finalmente il mare. Poi le tappe lungo la laguna di Sète e attraverso i villaggi dell’Occitania, fino alla seconda catena montuosa del viaggio: i Pirenei, meno ostili ma altrettanto suggestivi. L’ultima parte è stata una lunga volata: da Girona a Barcellona, fino all’arrivo nella città catalana.
“Amare la bicicletta – raccontano i protagonisti – significa tante cose. Significa apprezzarne la velocità, che ti lascia comunque il tempo per guardare e digerire ciò che attraversi. Significa riconoscerne la dimensione: piccola, ma capace di trasformare la tua forza in movimento, portandoti ovunque tu voglia. Significa accettare la fatica, perché è proprio lei a rendere il traguardo un po’ più tuo. E significa, soprattutto, condividerla: la compagnia che ti fa parlare in pianura e restare solo con te stesso quando la salita si fa dura”.
