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Giovedì 31 luglio 2025

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A processo per maltrattamenti agli ospiti della casa di riposo

Imputata un'operatrice socio-sanitaria accusata da una collega di comportamenti non corretti nei confronti degli ospiti del Nucleo Alzaimer della struttura Tapparelli d'Azeglio di Saluzzo

Saluzzo

La Guida - A processo per maltrattamenti agli ospiti della casa di riposo

Era stata una Oss a rivolgersi ai Carabinieri nel gennaio del 2022 per segnalare i comportamenti giudicati non corretti della collega con cui aveva lavorato per alcuni giorni all’interno del casa di riposo Tapparelli d’Azeglio di Saluzzo nella sezione Nat, il nucleo alzhaimer temporaneo. È partita da qui l’indagine che ha portato all’imputazione di M.G., operatrice socio sanitaria nella casa di riposo che in seguito all’indagine venne prima trasferita ad altro incarico senza rapporto diretto con gli ospiti e poi si dimise. Al processo, oltre ai familiari di alcuni ospiti si è costituita parte civile anche la casa di riposo. In seguito alla segnalazione i militari installarono delle telecamere dalle cui registrazioni non era però emerso nulla di particolare rilievo nei comportamenti degli operatori, e anche il bernoccolo sulla testa di una della ospiti della struttura refertato all’ospedale di Savigliano non presentava elementi che potessero ricondurlo ai fatti denunciati. “Si parlava di un clima di tensione tale per cui gli ospiti cadevano perchè agitati o perchè mancava la vigilanza” aveva riferito in aula il comandante della stazione dei carabinieri di Saluzzo. Ascoltata in aula fra i testimoni dell’accusa, un’ ex dipendente della struttura aveva però riferito di episodi sgradevoli come quando l’imputata “schiacciò fortissimo le braccia di un’ospite sul petto, tanto che quella faticava a respirare; le dissi lasciala stare non vedi che non riesce a respirare? La teneva così per non farla scappare, l’ospite dava calci e pugni ed era coricata, quando venne lasciata scappò”. Anche la presa per i pollici è stata oggetto delle testimonianze sia dei testi di accusa che di difesa ascoltati nel corso dell’ultima udienza, “non era un periodo tranquillo quello – aveva riferito in aula una giovane collega dell’imputata  – alcuni colleghi erano stati tenuti a casa perchè rifiutavano il vaccino Covid, eravamo pochi e vennero fatte assunzioni di neodiplomati. In un contesto come quello del nucleo alzhaimer tanti nuovi volti tutti insieme possono però creare agitazione negli ospiti ed era più difficile svolgere le operazioni quotidiane per pulirli e vestirli”. Lei quella tecnica l’aveva imparata proprio lì e non dall’imputata ma da altri operatori, era una pratica normale quella di prendere i pollici dell’ospite per contenerlo in modo delicato “era pericoloso prenderli per le braccia o per le mani perchè si potevano fare male, la loro pelle è delicata, ma necessario a volte contenerli anche per non essere picchiati. Si tiene il pollice con delicatezza, senza nessuna torsione, e intanto si parla con la persona con gentilezza, per rassicurarla. Personalmente non ho mai sentito di una torsione del pollice”. Alle domande delle parti civili e del pubblico ministero la donna ha riferito che quella pratica non faceva parte di un protocollo ma che lei l’aveva imparata lì e non dall’imputata, che in quella sezione era arrivata dopo di lei, ma da altri colleghi.

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